indi gregory

I macchinari che tengono in vita la piccola di 8 mesi saranno staccati alle 11 (le 12 in Italia)

Indi Gregory, bimba di 8 mesi affetta da una malattia grave, è stata trasferita dall’ospedale all’hospice in ambulanza, scortata dalla polizia dopo che è stato rifiutato l’appello dei genitori. Lì sono stati staccati i supporti vitali. La procedura prevede la riduzione graduale dell’ossigeno per accompagnare la piccola alla morte. La bambina potrebbe restare in vita ancora per ore o qualche giorno, in base a come risponderà il suo organismo.

I medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e i giudici britannici hanno infatti irrimediabile il suo stato di salute e hanno voluto il distacco delle macchine che la tengono in vita.

«Le è stata messa una maschera per l’ossigeno che potrà tenere per una settimana. Spero che la mia guerriera sopravviva fino a lunedì. Sono distrutto e arrabbiato perché il Regno Unito ha condannato a morte una bambina ancora viva invece di accettare l’offerta dell’Italia di curarla senza alcun costo per il governo britannico. Io, Claire e Indi siamo molto grati e onorati di sentire le bellissime parole di Papa Francesco, lo ringraziamo tanto», ha detto il padre della piccola, Dean Gregory.

“I giudici britannici hanno quindi deciso di tirare dritti per la loro strada, nonostante l’irriducibile opposizione dei genitori della piccola e la battaglia legale sostenuta dall’Italia per un trasferimento al Bambino Gesù di Roma. Linea appoggiata in pieno anche dalla premier Giorgia Meloni, che aveva lanciato un appello formale al ministro della Giustizia e Lord Cancelliere della compagine Tory di Rishi Sunak, in cui aveva chiesto un intervento politico di moral suasion per sensibilizzare le autorità giudiziarie inglesi e permettere di trasferire Gregory in Italia, in nome della Convenzione dell’Aia del 1996”, ha scritto su X l’avvocato Simone Pillon, che sta seguendo la famiglia in questi giorni.

Niente da fare: i giudici inglesi hanno liquidato come non in linea “con lo spirito della Convenzione dell’Aia” le istanze italiane, rivendicando alle corti del Regno il diritto di essere nelle condizioni migliori per valutare la vicenda “nell’interesse superiore” della piccola.

Non solo. La magistratura inglese ha negato anche il ricorso dei genitori, Dean Gregory e Claire Staniforth, presentato per ottenere il permesso di portare a casa la figlioletta per il fine vita: sarà trasferita in un hospice.

Il Codacons ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale civile di Roma, chiedendo ai giudici di ordinare la sospensione dei distacchi dei macchinari che tengono in vita la bimba.

Il messaggio del Papa

Sul caso è arrivato anche un messaggio di Papa Francesco che “si stringe alla famiglia della piccola Indi Gregory, al papà e alla mamma, prega per loro e per lei, e rivolge il suo pensiero a tutti i bambini che in queste stesse ore in tutto il mondo vivono nel dolore o rischiano la vita a causa della malattia e della guerra”. Lo ha fatto sapere il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni. 

I precedenti

Il caso di Indi Gregory non è il primo. Viene in mente anche quello di Alfie Evans, anche lui considerato inguaribile dai medici del Regno Unito. Nel 2018 ottenne la cittadinanza lampo dal governo italiano di Paolo Gentiloni ma anche quella volta, i giudici britannici avevano deciso che la sospensione del trattamento fosse la scelta migliore per il bimbo. Tra gli altri anche Charlie e Isaiah Haastrup e Archie Battersbee.

di: Alice GEMMA

FOTO: FACEBOOK INDI GREGORY