I sindacati hanno chiesto un incontro con Emmanuel Macron senza esito
Dopo la mezzanotte del 9 marzo, il Senato francese ha approvato l’articolo riguardante il disegno di legge sulla riforma delle pensioni, che innalza l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Sono stati 201 i voti a favore, 115 i no su 345 votanti.
L’approvazione è arrivata dopo un’altra giornata di mobilitazione e scioperi contro la riforma. I sindacati hanno chiesto un “incontro urgente” con il presidente Emmanuel Macron senza esito. Il portavoce dell’Esecutivo Olivier Véran si è espresso in particolare contro le manifestazioni più drastiche: «capiamo il messaggio dei manifestanti, rispettiamo i disaccordi espressi attraverso le piazze e con gli scioperi. Al contrario, condanniamo le violenze che hanno talvolta segnato alcune manifestazioni come condanniamo i tagli volontari di corrente” elettrica.
«Sono lieta che i dibattiti abbiano reso possibile questo voto» ha twittato la premier francese Elisabeth Borne.
Giovedì scorso, 2 marzo, la maggioranza del Senato ha accelerato i dibattiti di fronte all’ostruzionismo della sinistra. Quest’ultima si è indignata per il “colpo di forza”. “State rovinando il dibattito”, “la cosiddetta saggezza del Senato ha subito un colpo”, ha detto la leader dei senatori comunisti Eliane Assassi.
Emmanuel Macron è rimasto in secondo piano fin dalla sua presentazione all’inizio di gennaio, lasciando la prima ministra e il suo governo in prima linea. Elisabeth Borne conta sul voto dei Repubblicani.
Come dice Olivier Véran, il progetto “non ha il sostegno della maggioranza dei francesi”. Per questo il presidente francese dovrà “riformulare un progetto per il Paese” e quindi “aprire una nuova pagina” alla fine della riforma delle pensioni, ha detto il presidente del MoDem Francois Bayrou.
di: Alice GEMMA
FOTO: ANSA / PAOLO LEVI