Al suo interno presenti anche possibili grosse limitazioni al diritto di aborto
Oggi, domenica 17 dicembre, i cittadini del Cile sono chiamati a votare per decidere se approvare una nuova costituzione che andrà a sostituire quella dell’epoca della dittatura.
Il voto arriva un anno dopo che i cileni hanno respinto una proposta di costituzione elaborata da una coalizione di sinistra e che molti hanno detto essere una delle carte più progressiste del mondo. Il nuovo documento è più conservatore di quello che cerca di sostituire in quanto approfondisce i principi del libero mercato, riduce l’intervento dello Stato e si pensa possa limitare alcuni diritti alle donne.
Se la nuova carta viene respinta, rimarrà in vigore la costituzione dell’era Pinochet, modificata durante gli anni.
Diritto all’aborto
Uno degli articoli più dibattuti della nuova bozza afferma che “la legge protegge la vita del nascituro”, con un leggero cambiamento di formulazione rispetto al documento che è in vigore e che, secondo alcuni, sarebbe capace di rendere l’aborto completamente illegale nel Paese. Attualmente è consentita l’interruzione di gravidanza per tre motivi: stupro, feto non vitale e rischio per la vita della madre.
Tra gli articoli del documento che hanno scatenato critiche e polemiche c’è quello che dice che ai detenuti che soffrono di una malattia terminale e che non sono considerati un pericolo per la società in generale possono essere concessi gli arresti domiciliari.
I membri dell’opposizione di sinistra hanno dichiarato che la misura potrebbe andare ad avvantaggiare coloro che sono stati condannati per crimini contro l’umanità durante la dittatura di Pinochet, durata dal 1973 al 1990.
di: Alice GEMMA
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