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All’Angelus il pontefice torna a invocare la pace per le vittime del conflitto

«Rimaniamo uniti nella fede e nella solidarietà con i nostri fratelli che soffrono a causa della guerra. Soprattutto non dimenticare il martoriato popolo ucraino» è l’appello di Papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica 12 marzo. Il Pontefice ha rimarcato l’iniziativa Ventiquattrore per il Signore che si rinnoverà venerdì e sabato prossimi, dedicata «alla preghiera di adorazione e al sacramento della Riconciliazione».

«Nel pomeriggio di venerdì – ha poi sottolineato Francesco – mi recherò in una parrocchia romana per la celebrazione penitenziale». Ha ricordato che un anno fa “in tale contesto” si è compiuto il solenne atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria “invocando il dono della pace” per l’Ucraina. «Il nostro affidamento non venga meno – ha detto -, non vacilli la speranza. Il Signore ascolta sempre le suppliche che il suo popolo gli rivolge per intercessione della Madre».

Dopo le prime dichiarazioni alla stampa argentina sul celibato del sacerdozio, papa Francesco I ha rilasciato altre interviste a media italiani e internazionali.

In un colloquio con i cronisti del Fatto Quotidiano, il pontefice è tornato a parlare della guerra in Ucraina, augurando “la pace. La pace nella martoriata Ucraina e in tutti gli altri Paesi che soffrono l’orrore della guerra che è sempre una sconfitta per tutti, per tutti”. Il Papa sottolinea che “la guerra è assurda e crudele. È un’azienda che non conosce crisi nemmeno durante la pandemia: la fabbrica delle armi. Lavorare per la pace significa non investire in queste fabbriche di morte. Mi fa soffrire pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo perché quella delle armi è l’industria più grande del pianeta“.

Dalle pagine di Corriere della Sera si torna invece sul tema dell'”ideologia gender” già affrontato durante il viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia. “L’ideologia del gender è pericolosa, perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna”.

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI