Lo scontro tra l’azienda e il governatore era nato durante le discussioni per la proposta di legge denominata informalmente “Don’t say gay”
È arrivata la fine dello status speciale di Disney, la più celebre azienda dell’intrattenimento al mondo. A firmare la legge è stato il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis.
La CNN spiega che la nuova legge corrisponde a un’acquisizione da parte dello stato del Reedy Creek Improvement District, uno tra i moltissimi distretti speciali che ci sono in Florida e che possono gestire autonomamente i propri spazi. Venne fondato nel maggio del 1967 per concedere alla Walt Disney Company di costruire un parco di divertimento, Disney World, a sud-ovest di Orlando. Questo ha garantito a Disney per oltre cinquant’anni di controllare il territorio oltre a diversi sconti fiscali e finanziamenti agevolati per lo sviluppo di servizi e infrastrutture che potessero essere usati anche da tutti i residenti e attirare turisti.
La nuova legge cambia il nome del Reedy Creek Improvement District in Central Florida Tourism Oversight District e lo sottopone a diversi livelli di supervisione statale. Il governatore può, ad esempio, sostituire il consiglio distrettuale, composto per lo più da persone legate alla Disney, con un nuovo consiglio di stato composto da cinque membri scelti da lui stesso.
Questo porrà fine anche all’esenzione dell’azienda dal codice edilizio e da quello di prevenzione degli incendi della Florida. Il governatore ha spiegato che Disney World sarà trattata come SeaWorld e altri parchi a tema dello stato.
Lo scontro tra la grande azienda di intrattenimento ed il governatore era iniziato già lo scorso anno, durante le discussioni per la proposta di legge denominata informalmente “Don’t say gay” (“non dire gay”), che proibisce di parlare di orientamento sessuale e di identità di genere nelle scuole. All’inizio Disney non si era esposta contro la legge ma dopo aver ricevuto numerose critiche e pressioni da moltissimi dipendenti in Florida si era scusata e aveva sospeso le donazioni che devolveva ogni anno ai politici dello stato.
L’azienda, dopo la firma della legge da parte di DeSantis, aveva diffuso un comunicato in cui eannunciava che il provvedimento “non avrebbe mai dovuto essere votato”. Dall’altra parte, i Repubblicani e DeSantis avevano incolpato Disney di “essersi approfittata troppo a lungo” dei privilegi concessi dal governo della Florida, di voler “governare lo stato”, e di voler portare avanti un programma di ideologia “woke”, parola che definisce l’atteggiamento di chi è particolarmente attento e impegnato contro le ingiustizie sociali ma che oggi ha una connotazione spesso dispregiativa.
di: Alice GEMMA
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