PORDENONE EX MILITARE CASA

I carabinieri stanno provando a negoziare ma finora non hanno ricevuto risposta

Un 50enne ex militare si è barricato in casa dopo essere stato visto vagare in paese a torso nudo con una pistola in mano. È successo a Cordovado, Pordenone.

Prima di chiudersi in casa, aveva minacciato alcuni cittadini nel paese. Questi hanno quindi lanciato l’allarme.

I negoziatori dei carabinieri sono adesso al lavoro per provare a farlo uscire dall’abitazione. Per farlo hanno bloccato l’area in cui si trova e per precauzione sono state evacuate anche le attività commerciali del centro del paese vicine alla palazzina dove vive l’uomo. Nell’edificio sono state, inoltre, staccate le utenze di luce e gas per evitare rischi per l’uomo e per le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i reparti speciali dei carabinieri e uno psicologo.

La trattativa su Youtube

È stata avviata una trattativa a tu per tu tra il negoziatore e Luca Orlandi, e tutto è testimoniato su Youtube: «Marco, tu e i tuoi colleghi avete insistito più volte sul fatto che siete contenti di sapere che non mi sono già sparato, che non mi sono ammazzato. Il motivo per cui le armi mi sono state assegnate e sono qui con me è perché sono una bestia fisicamente e sono solido mentalmente», ha dichiarato. È arrabbiato perché non gli è stato rinnovato il porto d’armi, secondo quanto dichiara lui stesso: “che paura avete di farmi avere il rinnovo?”.

Poi commenta il taglio di luce e gas: «io sto bene al buio. Prima di spegnere la luce, avreste potuto fare un sacco di cose, capire, se sei un abile interlocutore, quale sarebbe la tua posizione mentale se fossi al mio posto. Chi è stato messo in pericolo? Se avessi voluto fare qualcosa con quelle armi, se rappresentassi un qualsiasi pericolo, non sarebbe stato ieri il momento? La mia onorabilità non siete voi che potete discuterla, invece lo avete fatto, un sacco di gente lo ha fatto negli ultimi dieci anni. Perché pensavate mi fossi già sparato? Forse perché sapevate esattamente il tipo di stress che avete provocato e una persona normale è possibile che si spari a fronte della pressione che avete causato? Non ho alcuna intenzione di ammazzarmi, non ho tendenze suicide. Tu e i tuoi colleghi cosa ci fate qui, a giocare sulla vita altrui? Cosa racconti ai tuoi figli? Il motivo per cui le armi con me sono al sicuro, è che sono psicologicamente mentalmente estremamente radicato. Posso avere i miei ‘burst’ (continua in inglese, riferendosi agli scoppi d’ira) ma durante i miei burst di un secondo non ho mai rappresentato un pericolo per nessuno. Stai scherzando con la mia vita e lo sapevi dall’inizio, dicendomi pensavamo fossi già morto. Come mai ti viene in mente questa cosa? Forse perché la gente si ammazza quando arrivate voi?».

L’antefatto

Stando a quanto riferito da RaiNews, per la mattina del 30 agosto era stato pianificato il sequestro dei fucili a uso sportivo che l’ex militare detiene nella sua abitazione, su disposizione del prefetto. Nei giorni scorsi l’uomo era stato informato del fatto che avrebbe dovuto consegnare le armi in quanto non aveva più il diritto a detenerle: non aveva consegnato in Questura il certificato di idoneità psicofisica.

Il questore di Pordenone Luca Carocci ha confermato che l’uomo “ha molti fucili per uso sportivo”.  «I suoi atteggiamenti odierni derivano, con ogni probabilità, dalle puntuali verifiche dei nostri uffici – ha dichiarato Carocci – che hanno permesso di evidenziare anomalie nell’equilibrio psicofisico di questo soggetto, all’atto del rinnovo del permesso per la detenzione delle armi. Per proseguire a usare quei fucili avrebbe dovuto produrre un certificato di idoneità psicofisica, che non ha mai consegnato».

Gli uffici della Questura, quindi, avevano informato il prefetto, che aveva firmato l’atto di sequestro dei fucili, incaricando i carabinieri di procedere, vista l’indisponibilità dell’uomo a consegnare spontaneamente le armi.

«Stiamo lavorando per cercare di avere un contatto, perché fino a ora non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni» ha dichiarato all’ANSA il comandante provinciale dei carabinieri di Pordenone, il colonnello Roberto Spinola.

di: Alice GEMMA

aggiornamenti di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/LORENZO PADOVAN