Il tribunale tedesco di Naumberg attende la richiesta di estradizione di Filippo Turetta
Il Tribunale tedesco di Naumberg ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto la richiesta della Procura generale sull’estradizione di Filippo Turetta per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
«Al momento non può essere comunicato il tempo necessario all’arrivo di una relativa richiesta della Procura generale e all’ulteriore procedura – si legge in una nota del tribunale che ricostruisce il fermo di Turetta – Nella serata del 18 novembre è stato fermato sull’autostrada federale A9 nei pressi di Bad Durrenberg un cittadino italiano sulla base di un ordine di arresto europeo per il sospetto di un omicidio commesso in Italia. Turetta si trova nell’istituto di pena di Halle sulla base di un’ordinanza di fermo del competente Tribunale di prima istanza».
Il messaggio del padre di Filippo Turetta a quello di Giulia Cecchettin: “chiedo perdono”
Nicola Turetta, padre del giovane, ha inviato un messaggio WhatsApp a Gino Cecchettin, padre della 22enne. Lo ha riferito il legale di Filippo Turetta, Emanuele Compagno. Nel messaggio Nicola Turetta ha espresso “la massima partecipazione al loro dolore, e una forte vicinanza” e ha chiesto “perdono” , aggiungendo che “Filippo dovrà pagare quel quello che ha fatto”. All’avvocato Compagno, così come allo zio materno di Giulia Cecchettin Andrea Camerotto non risulta che tra i due ci sia stata una telefonata.
Metsola: “bisogna finirla con la cecità istituzionale verso i femminicidi”
«Giulia Cecchettin è uno dei tantissimi esempi di abuso e femminicidio, di persone uccise solo per essere donne, è indegno e inaccettabile». Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola all’apertura dei lavori della plenaria a Strasburgo.
«Serve un quadro di protezione adeguato, più condanne agli assalitori – ha proseguito Metsola – Bisogna finirla con la cecità istituzionale verso i femminicidi, è già troppo tardi, non ci saranno parole per consolare le famiglie ma la giustizia è un sostegno per chi rimane in vita».
«Io non credo ci siano parole di conforto per la famiglia di Giulia Cecchettin in questo momento di tanto dolore – ha aggiunto la presidente dell’Eurocamera – Cosa posso dire a un padre che con orgoglio e gioia aspettava di celebrare un sogno, la laurea di sua figlia, e si ritrova a dover vivere il peggiore degli incubi. Mando a loro un abbraccio di tutto il Parlamento europeo».
Manifestazione davanti alla Sapienza di Roma
Tante le studentesse e gli studenti che hanno manifestato davanti all sede dell’università La Sapienza di Roma “per ricordare con rabbia e con amore Giulia Cecchettin e tutte le vittime del patriarcato”. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione Sinistra Universitaria Sapienza, i cui coordinatori hanno spiegato, come riferito dall’ANSA, che si tratta di “un’iniziativa che non ha però colori politici”. Tra i tanti cartelloni anche uno striscione con la scritta «Se domani non torno, distruggi tutto», verso tratto da una poesia dell’attivista e poetessa peruviana Cristina Torres Cáceres, diffusa sui social dopo essere stata citata dalla sorella della 22enne, Elena Cecchettin.
Nella serata si è tenuta una fiaccolata a Padova.
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI