No invece alla dispersione
Cambiano le regole per la conservazione delle ceneri dei defunti in luoghi cari. Il Dicastero per la dottrina della Fede del Vaticano ha deciso che “una minima parte” delle ceneri di un congiunto si potrà conservare “in luogo significativo per la storia del defunto” stesso, ma solo “posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”.
La nuova dottrina nasce da due domande poste dal cardinale Matteo Zuppi di fronte al “moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti” per “disperdere le ceneri in natura”. Zuppi ha presentato le due domande formalmente per “non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione”, volendo “corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e del rispetto loro dovuto”.
Il Vaticano ha inoltre previsto che si possa predisporre un luogo sacro “per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti”, cioè un cinerario comune dove le singole ceneri vengono riversate, “indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale” del defunto.
Le due domande presentate erano le seguenti:
- “Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici?”
- “Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?”.
Il dicastero ha risposto affermativamente, con testo a firma del cardinale prefetto Fernandez, approvato dal Papa il 9 dicembre.
di: Micaela FERRARO
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