Venerdì 23 e sabato 24 sul tavolo dei Ventisette ci saranno patto di stabilità, flessibilità dei fondi e competitività
Appuntamento a Bruxelles per i Ventisette che dal 23 al 23 marzo si riuniscono per un Consiglio Ue cruciale per definire il futuro dell’Unione. L’agenda prevede infatti un dibattito su patto di stabilità, competitività e sostegno statale all’industria, energia e guerra in Ucraina. Come spiegato ieri da Giorgia Meloni in Parlamento, l’Italia preme per aggiungere all’elenco anche una discussione sui migranti, richiesta che però potrebbe essere accolta solo n via marginale.
L’incontro dovrebbe invece ratificare l’accordo già tratteggiato a febbraio sulla flessibilità nell’uso di fondi europei esistenti, oltre che nell’inserimento nelle politiche di competitività del cosiddetto “role playing field”.
Quanto al patto di stabilità, il dibattito è ancora apertissimo, con gli Stati membri ancora spaccati fra chi chiede maggior flessibilità nel debito e chi invece chiedono standard più ridigi. Qui l’Italia affronterà la forte opposizione dei cosiddetti Paesi “frugali”.
Kallas: “parleremo del tribunale sul crimine di aggressione”
Al Consiglio Europeo si discuterà anche dell’istituzione del tribunale internazionale per la guerra in Ucraina. Lo ha dichiarato la premier estone Kaja Kallas: «oggi con il segretario dell’Onu parleremo del tribunale sul crimine di aggressione. Il mandato di arresto della Corte Penale Internazionale è un buon segno, mostra che nessun leader è immune ai crimini, ma la Cpi si occupa dei crimini di guerra e contro l’umanità, non dei crimini di aggressione e su questo abbiamo bisogno dell’Onu».
L’arrivo di Meloni
Arrivando al Consiglio Ue, Giorgia Meloni ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa. La premier italiana ha specificato che il tema delle migrazioni “è centrale”: «mi aspetto passi in avanti. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita». E sull’Ucraina la premier dichiara che le posizioni della Lega non la preoccupano: «no francamente non mi preoccupano. Al di là delle posizioni espresse per lavorare su una posizione alla quale tutti lavoriamo, ovvero la fine del conflitto, ho detto come la penso: non c’è nell’attuale contesto misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo».
Per quanto riguarda invece il Patto di Stabilità “ci sono visioni sempre abbastanza differenti” ha confermato Meloni, che poi ha aggiunto: «ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato. Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita».
Relativamente al tema delle auto, Meloni ha aggiunto: «la tesi che noi continuiamo a sostenere è che, fermi restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi. Anche perché ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e anche l’Europa, sono un’avanguardia, e legarci a tecnologie che sono di fatto ritenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione secondo me è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema. Mi pare una tesi di buon senso e confidiamo che possa passare anche per quello che riguarda i biocarburanti».
di: Marianna MANCINI
aggiornamento: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/JULIEN WARNAND