Il più grande laboratorio di fisica nucleare al mondo spegne 70 candeline ed è ancora uno dei più importanti simboli di eccellenza e collaborazione

Simbolo di eccellenza e di collaborazione, il Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare, meglio conosciuto come CERN, compie 70 anni. Oggi diventato “Organizzazione europeo per la ricerca nucleare”, il CERN ha mantenuto la sua sigla ed è ancora oggi il più grande laboratorio di fisica nucleare al mondo, nato per studiare le particelle elementari che sono il minuscolo strumento attraverso cui l’uomo spera di arrivare a comprendere ciò che di più grande possiamo immaginare: la materia oscura che domina l’evoluzione dell’Universo.

Come si evince direttamente dal sito ufficiale, infatti, “l’obiettivo principale del CERN è la fisica delle particelle, ovvero lo studio dei costituenti fondamentali della materia, ma il programma di fisica del laboratorio è molto più ampio e spazia dalla fisica nucleare a quella delle alte energie, dagli studi sull’antimateria ai possibili effetti dei raggi cosmici sulle nuvole”.

CERN, Ginevra. SHUTTERSTOCK

Il CERN è nato il 29 settembre del 1954, alla fine della Seconda guerra mondiale, dalla firma di 12 Stati europei (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Iugoslavia – che esce nel 1961 – Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera). Oggi gli Stati membri sono 24 (aggiunti a posteriori: Austria, Spagna, Portogallo, Finlandia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Bulgaria), ci sono 11 Stati associati e un budget annuale di base di 7 miliardi. Per parlare di numeri, lo staff del CERN è composto da 2.400 persone ed il laboratorio svizzero è il punto di riferimento per oltre 17mila persone di oltre 110 nazionalità. 

Il momento storico in cui il CERN è stato fondato è significativo. La Seconda guerra mondiale si era conclusa con l’esplosione nucleare di Hiroshima e Nagasaki e il timore che il nucleare aveva lasciato nell’opinione pubblica a livello globale aveva una portata enorme. Lo spirito che portò dunque alla fondazione del Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare fu duplice: da un lato si desiderava costruire in Europa un polo di eccellenza scientifica capace di competere con gli Stati Uniti, come spiegato dall’ex direttore del CERN Herwig Schopper; e dall’altro era importante spingere alla collaborazione Paesi che fino a qualche anno prima erano in guerra tra loro. Non stupisce o non dovrebbe dunque che la città prescelta per diventare sede del CERN fosse Ginevra: la Svizzera era rimasta neutrale e la sua diplomazia giocò un ruolo fondamentale negli anni della Guerra Fredda. 

Il primo Segretario generale del CERN fu un italiano, Edoardo Amaldi, fisico del gruppo di Enrico Fermi. Amaldi – simbolo di rinascita per la Fisica italiana – fondò anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e fu uno dei maggiori sostenitori dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Per tutta la sua vita fu impegnato nella fondazione di strutture di fisica internazionali, a largo raggio in tutta Europa e che potessero avere una gestione condivisa, proprio per rinforzare nel segno della Fisica rapporti diplomatici che durante il 900 si erano sgretolati. 

Lo scopo del CERN è fornire ai ricercatori tutti gli strumenti necessari per la ricerca nel campo della fisica delle alte energie. Parliamo fondamentalmente degli acceleratori, che accelerano le particelle fino a energie molto elevate, i rilevatori, i quali permettono di vedere e scoprire nuove particelle che si creano durante le collisioni.

La struttura del CERN

Entriamo nello specifico della struttura del CERN. Il complesso degli acceleratori comprende sei strutture principali: due acceleratori lineari noti come Linac2 e Linac3, che generano particelle a basse energie in seguito immesse nel PS Booster; il PS Booster, appunto, che aumenta l’energie delle particelle generate dagli acceleratori lineari prima di iniettarle negli acceleratori successivi, e il Proton Synchroton da 28 GeV.  Ma le due macchine fondamentali sono il Super Proton Synchroton, acceleratore circolare che conta 7 chilometri di diametro, e il Large Electron-Positron Collider, il LEP, che è stato costruito in un tunnel circolare sotterraneo di 27 chilometri. Il SPS ha un proprio fascio per esperimenti a bersaglio fisso e ha funzionato come collisionatore di protone-antiprotone e per accelerare elettroni e positroni, che venivano poi iniettati nel Large Electron Positron Collider. Il LEP è stato fondamentale per la scoperta del bosone di Higgs.
Infine, c’è l’ISOLDE, l’Isotope Separator On-Line, usato per studiare nuclei instabili di isotopi molto pesanti.

Acceleratore di particelle. SHUTTERSTOCK

Attualmente al CERN è operativo il più potente acceleratore di particelle al mondo, il Large Hadron Collider (LHC), e si sta già lavorando al progetto High Luminosity LHC, la cui entrata in funzione è prevista nel 2029, e al successivo Future Circular Collider. L’FCC segna un passo avanti incredibile perché nella ricerca scientifica la verità è spesso rappresentata come una matrioska e ogni grande scoperta apre a nuovi interrogativi; il bosone di Higgs per esempio è l’ultimo pezzo di un puzzle del “modello standard” delle particelle ma non risponde al quesito originale posto agli scienziati, vale a dire la supersimmetria che agisce nel mondo sub nucleare. L’FCC apre uno spiraglio in questo senso: si tratta di un anello da 91 chilometri circa di lunghezza che si trova sottoterra fra Francia e Svizzera e che dovrebbe entrare in funzione nel 2070 con costi miliardari ma che è molto più potente del già citato LHC e che dunque potrebbe aiutare a scoprire la proprietà fondamentale delle particelle subatomiche.

Un acceleratore, infatti, serve a produrre delle “catastrofi microscopiche”, dalla cui analisi si capisce cosa è successo e se è apparsa qualche particella o reazione che non si conosceva ancora. (Gli scontri vengono così fatti: fasci di particelle elementari, protoni, delle dimensioni dei milionesimi di miliardesimo di metro, praticamente lo spessore di un filo da cucito rispetto alla distanza Terra-Sole, vengono accelerati da magneti grandi come una casa di più piani e fatti sbattere alla velocità della luce su bersagli prefissati). 

Un’ulteriore specifica: il “modello standard” citato è un’elegante serie di equazioni che i fisici delle particelle usano dagli anni ’70 per descrivere come tutto ciò che viene osservato nell’universo sia costituito da pochi blocchi di base chiamati particelle fondamentali, governati da quattro forze”. I fisici del CERN usano acceleratori e rilevatori di particelle – i più potenti al mondo – proprio per testare le previsioni e i limiti del modello standard.

Rivelatore di particelle. SHUTTERSTOCK

Le scoperte del CERN

Il CERN ha trasformato il panorama della fisica mondiale e ha influenzato in modo decisivo il progresso della conoscenza umana e della tecnologia, andando a rispondere brillantemente ad alcune delle domande più complesse e fondamentali sul nostro universo. I risultati raggiunti sono stati tanti ma alcune scoperte avvenute proprio in questo luogo hanno ampliato la comprensione umana delle particelle elementari e delle leggi fondamentali della natura e hanno condotto ad invenzioni in grado di cambiare vite. 

Partiamo da Carlo Rubbia e Simon Van der Meer che hanno scoperto le particelle mediatrici della forza debole, i bosoni W e Z, che gli sono valsi il Nobel. 

Poi Tim Berners-Lee per l’invenzione nel 1989 del World Wide Web, che in primo momento purtroppo non si pensò di brevettare. 

Placca che descrive dove e come il Web è nato, al CERN. SHUTTERSTOCK

Georges Charpak ha sviluppato al CERN un rivoluzionario rivelatore di particelle, che gli è valso il Nobel nel 1992. 

E nel 2012 Peter Higgs ha scoperto quello che è stato poi denominato “bosone di Higgs” che ha dimostrato l’esistenza del meccanismo di Brout-Englert-Higgs: nel 2013 per questo Higgs e Englert hanno vinto il Nobel.

Grazie anche all’interesse dei media, il bosone di Higgs è stata la scoperta scientifica più nota avvenuta al CERN: Higgs ha individuato il “pezzo mancante” nel “modello standard” che descrive le particelle elementari. Si tratta di una particella praticamente inafferrabile che è in realtà una proprietà dell’universo microscopico, che permette alle altre particelle di avere una massa, per quanto piccola.

In generale comunque le scoperte anche più piccole fatte a Ginevra hanno permesso uno sviluppo della Fisica Nucleare mondiale così importante e significativo che lo stesso libretto che elenca tutte le particelle elementari note è passato da qualche decina di pagine degli anni ‘60 alle centinaia odierne.

Interno della fabbrica di antimateria del CERN. SHUTTERSTOCK

Il lavoro del CERN è ovviamente continuamente in evoluzione, anche perché come abbiamo visto ogni scoperta nella Fisica apre nuove porte a dubbi e interrogativi. Il Modello Standard su cui i fisici si basano per dare risposta alle grandi domande sull’universo descrive dello stesso solo il 4%: “vedremo un’unificazione delle forze alle alte energie del Large Hadron Collider (LHC)? Perché la gravità è così debole? Perché c’è più materia che antimateria nell’universo? C’è più fisica esotica in attesa di essere scoperta a energie più elevate? Scopriremo prove di una teoria chiamata supersimmetria al LHC? O capiremo  il bosone di Higgs che dà massa alle particelle?” queste e molte altre sono le domande che ogni giorno affollano le menti degli scienziati del CERN e di tutto il mondo. 

A noi non resta che alzare lo sguardo al cielo e stupirci della magnificenza dell’universo, in paziente attesa che lo stesso ci venga svelato.

di: Micaela FERRARO

FOTO: SHUTTERSTOCK/ANSA