Gli Usa in procinto di annunciare nuovi aiuti a Kiev
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ricevuto l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.
«Mi assicurerò che il mondo resti accanto a Kiev» ha dichiarato Biden durante l’incontro nello Studio Ovale. Zelensky ha ringraziato Washington per il sostengo nella lotta “al terrore russo”.
Usa: no missili Atacms nei nuovi aiuti a Kiev
Gli Stati Uniti annunceranno un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 325 milioni di dollari nell’ambito della cosiddetta “presidential drawdown assistance”. Lo hanno riferito due funzionari statunitensi rimasti anonimi. Secondole prime indiscrezioni, il pacchetto comprenderà “munizioni convenzionali migliorate a doppio uso”, o munizioni a grappolo, e munizioni per i sistemi Himars.
L’annuncio ufficiale, viene riferito, dovrebbe arrivare durante la visita alla Casa Bianca del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha confermato l’indiscrezione ma ha precisato che nel pacchetto non sono compresi i missili Atacms. «Biden annuncerà a Zelensky un nuovo pacchetto di armi che includerà significativi sistemi di difesa aerea – ha dichiarato Sullivan in un briefing con la stampa – Oggi sarà il sesto incontro di persona tra Biden e Zelensky e arriva in un momento significativo dopo un altro attacco brutale della Russia».
Zelensky e l’appello ai senatori Usa: “senza aiuti perdiamo la guerra”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello ai senatori statunitensi: «se non riceviamo aiuti perderemo la guerra». Lo ha riferito il leader della maggioranza democratica Chuck Schumer al New York Times.
Lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy ha escluso l’approvazione di un pacchetto di aiuti all’Ucraina da 24 miliardi di dollari entro la fine del 2023, come chiesto dal presidente Joe Biden.
«Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all’Ucraina» ha affermato McCarthy, definendo, però, il suo incontro con Zelensky “positivo” e “produttivo”. Lo speaker della Camera Usa, inoltre, ha negato al presidente ucraino una sessione congiunta del Congresso, con la quale si sarebbe rivolto ai deputati e ai senatori.
«Non abbiamo tempo per una sessione congiunta – ha dichiarato McCarthy – Ho fatto esattamente quello che ho fatto con la premier italiana, il primo ministro britannico. Quando vengono i leader qui al Congresso creo un gruppo bipartisan di rappresentanti».
Nella serata del 21 settembre Zelensky ha incontrato McCarthy il leader repubblicano della Camera Steve Scalise e il leader democratico della Camera Hakeem Jeffries.
«Per vincere dobbiamo restare uniti. E vincere insieme. Contiamo su di voi, sul vostro costante sostegno – ha scritto Zelensky su Telegram – Per vincere, dobbiamo essere uniti e lavorare insieme. Insieme, abbiamo compiuto progressi significativi nella difesa della democrazia, della libertà e della dignità, i valori su cui si fondano i nostri Paesi. Ho incontrato il presidente della Camera Kevin McCarthy, il leader repubblicano della Camera Steve Scalise, il leader democratico della Camera Hakeem Jeffries e i membri del Congresso Usa. L’Ucraina è sinceramente grata alla Camera dei rappresentanti, a entrambi i partiti e al popolo americano per il loro incrollabile sostegno».
Stoltenberg rivela: “abbiamo provato a trattare con Putin prima della guerra ma non è stato possibile”
La Nato ha provato a trattare con Vladimir Putin prima dello scoppio della guerra in Ucraina senza ottenere risultati. A rivelarlo è stato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg. Intervenuto al Council on Foreign Relations a New York, Stoltenberg ha dichiarato che Putin voleva che gli alleati occidentali si ritirassero dalla parte orientale della Nato e che non si “allargassero” ulteriormente.
«Nel dicembre 2021, un paio di mesi prima dell’invasione, Putin aveva presentato quelli che ha definito trattati di sicurezza, che voleva far firmare a Stati Uniti e Nato – ha affermato Stoltenberg – Chiedeva una zona cuscinetto, soprattutto nella regione baltica, in modo che la maggior parte dei Paesi baltici non potesse essere protetta dalle forze della Nato».
Secondo il segretario generale della Nato, il presidente russo chiese “come una sorta di ultimatum per non invadere l’Ucraina, che la Nato garantisse di non allargarsi ulteriormente”.
«Si trattava di non procedere a ulteriori allargamenti con l’Ucraina, ma anche con la Finlandia e la Svezia – ha proseguito Stoltenberg – Abbiamo invitato la Russia al dialogo, abbiamo detto che per noi non era possibile accettare questi ultimatum. Ma abbiamo fatto degli sforzi diplomatici per vedere se ci si potesse sedere al tavolo e trovare una soluzione diplomatica alla crisi che si stava intensificando anche nell’autunno del 2021».
Lo scopo dichiarato dell’invasione dell’Ucraina, ha affermato Stoltenberg, “era quello di fermare l’ulteriore allargamento della Nato e di avere meno Alleanza, con le zone cuscinetto e la rimozione delle infrastrutture Nato da tutti quei Paesi che hanno aderito dal 1997. Putin ha ottenuto esattamente il contrario. Il giorno dell’invasione abbiamo attivato i nostri piani di difesa, dispiegando più forze nella parte orientale dell’alleanza. Adesso ci sono più forze, infrastrutture, aerei, truppe della Nato nella parte orientale dell’Alleanza si quante ci siano mai state”.
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/EPA/Evan Vucci/POOL