I leader europei si incontrano giovedì 9 febbraio a Bruxelles per un focus su immigrazione e sostegno all’Ucraina
Appuntamento a Bruxelles per i Ventisette dell’Unione europea che si riuniscono in occasione di un attesissimo Consiglio Ue straordinario. A poche ore dall’inizio del summit, giovedì 9 febbraio, si apprende che il presidente Macron arriverà nella Capitale belga accompagnato da Volodymyr Zelensky che proprio ieri ha intrapreso il suo primo viaggio dall’invasione dell’Ucraina recandosi prima a Londra e poi a Parigi.
I due voleranno insieme al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, dove Zelensky avrà un bilaterale anche con Giorgia Meloni. Arrivata a Bruxelles, la premier ha commentato l’invito di Macron al presidente ucraino definendolo “inopportuno“, perché “la nostra forza deve essere l’unità“. Fermo sostegno, comunque, da parte dell’Italia che “vuole essere protagonista anche nella parte della ricostruzione“.
A Meloni replica Macron: «ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz è stato nel nostro ruolo, perché come sapete Germania e Francia hanno un ruolo particolare da più di otto anni sulla questione. Abbiamo sostenuto insieme questo processo. Il presidente Zelensky avrà tutta la mattinata, dopo il suo discorso al Parlamento europeo, al Consiglio di incontrare diversi Paesi».
«Penso che ciò che importa è essere collettivamente efficaci – ha aggiunto il presidente francese – e di avere una trategia per ritrovare una pace duratura, che rispetti l’Ucraina nel suo diritto e le sue frontiere e che rispetti la giustizia».
Fra i tanti temi sul tavolo del Consiglio primeggia l’immigrazione, di cui si discuterà anche alla luce della bozza riscritta dagli ambasciatori sull’asilo, che “non funziona“. Ieri il presidente ungherese Orban aveva rilanciato la proposta di un finanziamento comunitario di muri, recinzioni e barriere fisiche ai confini.
Mentre sul sostegno all’Ucraina il Consiglio si presenta compatto, la questione dei migranti e il tema degli aiuti di Stato divide i membri europei che avranno tempo fino a venerdì 10 per trovare un accordo sui due nodi.
Zelensky all’Eurocamera
Giunto sul pulpito dell’Europarlamento, Zelensky ringrazia la Camera per il suo impegno in favore dell’Ucraina e tutto il popolo europeo per il suo sostegno, da quello finanziario a quello delle piazze.
«La nostra Europa, moderna, pacifica, che difende il suo modello e il suo stile di vita. Quando gli stati tutelano società aperte e i valori dello stato sociale, allora si realizza l’unione dei popoli nell’uguaglianza, in un mondo in cui le frontiere sono aperte, con i cittadini che hanno fede nel futuro e decidono di scendere in piazza per manifestare per il proprio futuro. Questa è l’Europa, questi i nostri valori, questo il nostro stile di vita. Per l’Ucraina questo è il percorso da compiere per tornare a casa. Sono qui davanti a voi per difendere la casa del nostro popolo, di tutti gli ucraini».
Il presidente accusa poi la “guerra totale” della Russia che vorrebbe “distruggere i valori europei, il valore della vita umana che è stato ucciso anche in Russia dove la vita di nessun ha valore ad eccezione dei componenti dell’establishment del Cremlino, mentre tutti gli altri russi devono sottostare“.
«La conditio sine qua non per il nostro sogno europeo sono la pace e la sicurezza. Non possiamo farci soffocare da questa forza anti-europea. La nostra vittoria garantirà la vittoria dei nostri valori europei, la nostra vittoria deve diventare realtà, è un imperativo – prosegue Zelensky. – Tutti voi difendete lo stile di vita ucraino ed europeo», mentre il regime di Mosca vuole “distruggere il modello europeo e rendere normalità la xenofobia“.
Von der Leyen: “67 miliardi di aiuti, ma possiamo fare di più”
Se Zelensky vede nell’Europa la sua casa, Von der Leyen è pronta ad accoglierlo: «siamo una famiglia unica, abbiamo una visione sola, e le famiglie si aiutano – dichiara nella conferenza stampa congiunta la presidente della Commissione Ue. – Gli ucraini danno la loro vita per un Paese libero: non potremo mai raggiungere i sacrifici che fate ogni giorno ma vi possiamo aiutare, e possiamo menzionare la cifra 67 miliardi di euro di aiuti dati nel 2022. Ma dobbiamo fare di più», aggiunge.
Fondi Ue, verso aiuti “temporanei, mirati e proporzionati”
La questione degli aiuti si snoda attorno al Green deal, il piano industriale rilanciato il mese scorso dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen che oggi riceverà le specifiche limature dei singoli membri. Da un lato ci sono i Paesi che invocano un ampio allentamento delle regole sugli aiuti di Stato come Francia e Germania, dall’altro i membri che potendo usufruire di meno spazio di manovra fiscale interna invocano più flessibilità nell’uso di fondi Ue, oltre a un incremento degli stanziamenti comuni per realizzare l’auspicata sovranità industriale (fra questi anche l’Italia, impegnata a scongiurare una ulteriore frammentazione interna).
«Continuiamo a ritenere che immaginare un fondo sovrano per sostenere le imprese e lavorare sulla piena flessibilità dei fondi esistenti debbano esser questioni da mettere sul piatto nel momento in cui alcuni che hanno uno spazio fiscale maggiore chiedono un allentamento sugli aiuti di Stato» ha infatti dichiarato Meloni appena arrivata a Bruxelles.
Il motto che potrebbe unire i Ventisette è lo stesso che ha permesso all’Unione di affrontare l’emergenza Covid, attraverso l’erogazione di aiuti “temporanei, mirati e proporzionati“.
«Questo tema – ha spiegato il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto in audizione a Camera e Senato in vista del vertice – per quanto ci riguarda, non è marginale perché potrebbe riguardare un possibile utilizzo a questo scopo di risorse molto importanti quali quelle della coesione, del Pnrr, non avendo una nostra capacità autonoma, e che rientrerebbero in un utilizzo flessibile».
L’idea di un fondo Ue per la sovranità dovrebbe invece trovare concretezza nel lungo termine, dato che non è ancora stato raggiunto l’accordo sulla sua costituzione, con i Paesi “frugali” che spingono per sfruttare le “centinaia di miliardi di euro di fondi europei già disponibili” escludendo un nuovo piano di investimenti Next Generation Eu.
Stallo sui migranti
In salita anche la discussione sull’immigrazione. La Commissione porterà al vaglio del Consiglio una nuova proposta, basata sulla collaborazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori in modo da blandire l’emergenza degli arrivi. In campo ogni strumento utile a tale scopo, “dalla politica commerciale a quella dei visti“.
Al vaglio anche una proposta, sostenuta dall’Austria e ribadita anche ieri da Budapest, sul finanziamento di muri. Sul tavolo un finanziamento da tre miliardi di euro per dividere la Bulgaria dalla Turchia.
Sul tema dei migranti sempre Meloni, prima del vertice, precisa che “sono stati già fatti dei passi avanti“, essendo oggi il problema finalmente “una questione europea“.
Sul finanziamento delle recinzioni ai confini esterni dell’Ue interviene anche l’Alto rappresentante per la Politica estera Borrell che ribadisce: «la “fortezza Europa” non è una soluzione. Il problema non è fermare l’immigrazione – aggiunge -, ma gestirla. Dobbiamo offrire corridoi di immigrazione regolare e occorre lavorare meglio con i nostri partner nel mondo». Anche il cancelliere Scholz condivide l’appello per “prospettive comuni“.
«È necessario rafforzare e sigillare i confini, perché la sovranità degli Stati membri non può essere minacciata» dichiara anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, cui fa eco Meloni che si dice d’accordo con “qualsiasi misura che possa aiutare a controllare l’immigrazione illegale“. I due avrebbero avuto un bilaterale per “allineare le posizioni“.
Del medesimo avviso sembra essere anche il cancelliere austriaco Karl Nehammer: «dobbiamo porre un freno all’asilo in tutta l’Unione europea – ha dichiarato il capo di Governo. – L’Austria insieme ai Paesi Bassi si è battuta perché questo vertice si tenesse» ha aggiunto invocando “misure che funzionino davvero“. (…) C’è bisogno di “misure che funzionino davvero
di: Marianna MANCINI
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