Secondo le autorità locali il governo “può farcela da solo” ma in molti sono allarmati
Le autorità dell’Uganda hanno annunciato che non rinnoveranno il mandato dell’Ufficio per i diritti umani della Nazioni Unite nel Paese. In questo modo, però, saranno bloccate tutte le azioni, anche in essere, dell’organizzazione. Una decisione che solleva timori sulla possibilità di abusi e violazioni dei diritti umani.
A darne annuncio è stato il ministero degli Affari Esteri a Kampala, asserendo che le autorità locali: «hanno la capacità di monitorare la protezione e salvaguardia dei diritti umani nel Paese». Una decisione che ha raggiunto direttamente l’Ufficio dell’Onu della Capitale il 3 febbraio.
Giorno oscuro per i diritti
In Tanti però credono che il Paese non sia affatto pronto a gestire da solo le tensioni interne e temono che questo possa oprtare a ulteriori violazioni dei diritti umani. Nicholas Opiyo, eminente avvocato dei diritti umani ugandese, ha definito la decisione “infelice” e ha scritto su Twitter che spera sia solo un fraintendimento che possa essere risolto.
Se così non fosse il governo ugandese riferirebbe direttamente agli uffici della Nazioni Unite a Ginevra progressi e criticità circa lo stato dei diritti umani nel Paese. La missione Onu, in vigore dal 2006, aveva in passato denunciato violazioni dei diritti umani perpetrate da agenti di polizia e dello stato ugandese. Tra le accuse rivolte all’establishment anche il ricorso alla tortura e a sparizioni. Ad esempio in una serie di scontri occorsi alle elezioni presidenziali del 2021, la polizia aveva maltrattato alcuni giornalisti che stavano cercando di riportare una petizione dell’opposizione contro gli abusi delle forze di sicurezza.
Il presidente dittatore Yoweri Museveni, alleato degli Stati Uniti nella regione, tiene nelle sue mani il potere dal 1986.
di: Caterina MAGGI
FOTO: EPA/LUONG THAI LINH