Dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge prevista dal Codice Rosso sul divieto automatico della diminuzione della pena considerando le attenuati per gli omicidi commessi in ambito familiare
La Cassazione ha annullato le condanne per i fratelli Alessio e Simone Scalamandrè, che nel 2020 a Genova uccise il padre Pasquale. Alessio, la cui condanna è stata annullata con rinvio, era stato condannato a 21 anni di reclusione.
Pasquale Scalamandrè era indagato per maltrattamenti nei confronti della madre dei suoi figli. Nell’agosto 2020 l’uomo si recò nell’abitazione per chiedere al figlio maggiore di ritirare le accuse nei suoi confronti in relazione al processo che sarebbe dovuto iniziare dopo poco tempo. I figli colpirono l’uomo con un mattarello e altri oggetti.
La sentenza della Cassazione ha disposto un nuovo processo davanti alla Corte d’assise d’appello per rivalutare il peso delle attenuanti generiche dopo che, il 30 ottobre, con una sentenza la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge prevista dal Codice Rosso che prevedeva il divieto automatico di diminuire la pena considerando le attenuanti per gli omicidi commessi in ambito familiare
La Cassazione ha anche chiesto di rivalutare l’attenuante della provocazione da parte della vittima, sempre negata da Scalamandrè ma che i suoi legali Luca Rinaldi e Andrea Guido hanno sostenuto in tutti i gradi del processo.
Gli ermellini hanno, inoltre, annullato l’assoluzione in Appello per il fratello minore di Scalamandrè, Simone Scalamandrè, che in primo grado era stato condannato a 14 anni grazie all’attenuante del “minimo contributo” nel delitto. L’assoluzione in Appello era stata impugnata La procura generale di Genova aveva impugnato l’assoluzione in Appello per carenza di motivazione. Il nuovo processo si svolgerà a Milano perché a Genova esiste una sola Corte d’assise d’appello e, secondo la legge, gli stessi magistrati non possono giudicare due volte lo stesso imputato.
di: Francesca LASI
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