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Nella giornata del 25 maggio in Italia cinque persone sono morte sul lavoro

Nelle ultime 24 ore si sono verificate cinque morti sul lavoro in Italia.

A Macherio (Monza)  un operaio di 60 anni ha perso la vita dopo essere precipitato da un’impalcatura all’interno di un cantiere edile. L’uomo ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di circa due metri battendo a terra la nuca. È durante il tragitto verso l’ospedale di Desio.

Calabria, 62enne precipita da un ponteggio

A Rende, in provincia di Cosenza, un 62enne è deceduto dopo essere precipitato da un ponteggio, da un’altezza di circa tre metri. L’uomo, impegnato in alcuni lavori di tinteggiatura in un’azienda nella zona industriale, è morto all’ospedale di Cosenza poco dopo il ricovero.

Morto operaio schiacciato da un macchinario a Trezzano sul Naviglio

A Trezzano sul Naviglio, nel Milanese, un operaio di 26 anni è morto dopo essere stato schiacciato da un macchinario industriale della Crocolux, azienda che produce accessori in pelle. Il giovane, originario del Bangladesh, era stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda di Milano, ma è deceduto appena arrivato al pronto soccorso.

«Era al primo giorno, ed era senza contratto» denunciano i colleghi.

Il pm di turno Francesco Cajani ha aperto una indagine per omicidio colposo contro ignoti e ha disposto i primi atti urgenti, come il sequestro del macchinario. Dell’accaduto è stata informata la Procura.

Le parole dei sindacati

«Siamo di fronte a una tendenza che non si inverte e questo è un fatto drammatico – ha dichiarato Vincenzo Greco, segretario della Cgil Milano e responsabile sicurezza sul lavoro Bisogna far rispettare la legalità cioè rapporti di lavoro contrattualizzati, le norme sulla sicurezza soprattutto sulla prevenzione e un sistema di controlli e sanzioni che non faccia passare l’idea di impunità».

Il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli ha affermato: «È una vergogna, governo dopo governo non cambia nulla: si istituisca il reato di omicidio sul lavoro e si chiudano le aziende, mantenendo il salario per i lavoratori, che non rispettano le leggi»

di: Francesca LASI

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