Partecipa anche la Giordania, assente Hamas; in Siria operazione speciale contro un comandate di Jihad

L’Autorità Nazionale Palestinese ha confermato che sarà presente al meeting di oggi a Sharm El-Sheikh , in Egitto. L’incontro, con al centro il tema della sicurezza in Israele e nei territori occupati di Cisgiordania durante il Ramadan, vedrà la partecipazione anche della Giordania. Presenti come mediatori, oltre ovviamente al governo egiziano, anche gli Stati Uniti. Non ci saranno invece rappresentanti del partito irredentista di stampo islamista Hamas, che controlla Gaza.

L’Anp ha dichiarato che intende difendere i diritti dei palestinesi nel corso dell’incontro. “Parteciperemo all’incontro per difendere i diritti del nostro popolo palestinese: alla libertà e all’indipendenza” ha scritto su Twitter infatti il segretario dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) Hussein Al-Sheikh. Che ha aggiunto “parteciperemo anche per chiedere di cessare le continue aggressioni israeliane contro di noi e di fermare tutte le misure e le policies che violano il nostro sangue, la nostra terra, i nostri beni e il nostro credo”.

Giovedì scorso, Al-Sheikh aveva incontrato Hady Amr, delegato speciale degli States sulla questione palestinese, nella capitale della Cisgiordania, Ramallah. Mentre le autorità palestinesi si erano già incontrate il mese scorso in Giordania con quelle israeliane. Secondo il ministero della Salute palestinese, confermato da fonti internazionali, più di 80 palestinesi, tra militanti di Hamas e civili, sono stati uccisi dal fuoco israeliano dall’inizio di quest’anno. Sono invece 14 gli israeliani assassinati in attentati su suolo israeliano, per lo più rivendicati da Hamas e Jihad, ma anche dalla neonata formazione Fossa dei Leoni.

Intanto un comandante del gruppo militante islamista Jihad, costola oltranzista del partito Hamas, è stato ucciso in Siria in un raid di agenti israeliani. Le brigate Al-Quds, braccio armato di Jihad, hanno scritto in un dispaccio che Ali Ramzi al-Aswad, 31anni, è stato ucciso in “un assassinio codardo con proiettili sparati dalla mano nel nemico sionista” in riferimento a Israele. Non ci sono per ora commenti da Tel Aviv sulla vicenda. La famiglia di al-Aswad era parte dell’ondata di profughi fuggita da Haifa con il 1948, conosciuto in Israele come la fondazione dello Stato ma dal mondo arabo come la Nakba, “Catastrofe”. Ha abbracciato la causa di Jihad in un campo profughi siriano dove la sua famiglia si è insediata.

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA / MASSIMO PERCOSSI