ANSA / Max Firreri

L’uomo dovrà rispondere di favoreggiamento continuato e aggravato

Un commesso giudiziario della Procura di Palermo è stato arrestato con le accuse di favoreggiamento continuato e aggravato: era una talpa al servizio della criminalità organizzata.

L’uomo, Feliciano Leto, era un addetto al trasporto dei fascicoli dalle segreterie dei Pm agli altri uffici del Tribunale. Secondo l’accusa, avrebbe illegittimamente consultato i procedimenti, fotografato e diffuso atti coperti dal segreto, portato all’esterno fascicoli, informato i diretti interessati su indagini in corso su intercettazioni avviate arrecando un grave danno a diverse inchieste.

Leto è stato scoperto grazie a un trojan installato sul suo cellulare.

L’uomo è il genero dell’imprenditore Vincenzo Passantino, titolare di una ditta di trasporti sottoposta a interdittiva antimafia. Lavorava nell’azienda familiare quando era di riposo al Palazzo di giustizia.

Gli inquirenti hanno accertato due fughe di notizie: la prima riguardava un’inchiesta su due rapinatori, la seconda un indagato per corruzione e falso. Nelle sue conversazioni sul cellulare, Leto scriveva: “io non ti ho mandato niente perché hai pure WhatsApp sotto controllo. Ci sono intercettazioni fino al 15 ottobre prorogate, ci sono proroghe controproroghe intercettazioni e contro intercettazioni: tu per ora hai il telefono sotto controllo”.

Secondo il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, Leto era “il punto di riferimento per i diversi soggetti del circuito criminale palermitano che intendono verificare l’esistenza e lo stato di indagini a loro carico”.

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA / Max Firreri