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In maggioranza profughi da Iran e Iraq, continua la polemica tra Ong e Governo

È a Crotone che è avvenuto il primo sbarco di migranti del 2023. Sono infatti 62 le persone giunte questa notte a terra dopo essere state soccorse al largo di Isola Capo Rizzuto. I migranti, in prevalenza profughi delle zone di guerra e tensione etnica di Ira, Iraq, Afghanistan e Bangladesh, sarebbero partiti dalle coste turche. Tra loro anche 21 bambini e 16 donne. I migranti sono stati accolti dai volontari della Croce Rossa Italiana che ha provveduto poi al loro trasferimento nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. 

Toti tende una mano ai porti del Meridione

«È giusto dividere il peso di un’ondata migratoria importante su tutto il territorio nazionale e non sui porti che hanno già sofferto tantissimo». Lo dice il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti all’emittente locale Telenord rispondendo ad alcune indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera che riportava anche Genova come possibile porto sicuro per i migranti provenienti dalle coste africane.

«Credo – aggiunge – che i numeri siano francamente tutto sommato esigui, il numero degli sbarchi sul territorio nazionale non sono quelli portati dalle grandi navi delle Ong a fare la differenza, la maggior parte delle persone arriva con mezzi propri rischiando la vita e arriva nei porti più vicini alla costa dell’Africa. Se qualcuno arriverà a Genova non sarà un dramma, ce ne faremo carico».

La polemica sulla “distribuzione”

È da un articolo di La Repubblica, che ventila l’ipotesi che i porti possano essere decisi in base al colore politico della città, invece che su criteri di praticità e prossimità di navigazione, che si è consumato ieri un altro scontro che vede da una parte ong e opposizioni e dall’altra il governo di destra di Giorgia Meloni e in particolare il ministro dell’Interno Piantedosi.

Faremo interrogazione al ministro per avere evidenze su meccanismi di selezione di porti sempre più lontani per le ong e ne verificheremo le risposte: sono decine i porti più vicini, con banchine vuote e strutture professionali di accoglienza. Si viola il diritto internazionale” scrive su Twitter per primo il senatore del Partito Democratico, Antonio Nicita. Gli fa eco il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «immagino che se fosse possibile, Piantedosi, Meloni e Salvini assegnerebbero Bolzano o Tarvisio, o qualunque altro posto il più lontano possibile come luogo di sbarco per le navi Ong che salvano naufraghi nel Mediterraneo Centrale, pur di rallentare l’azione umanitaria di salvataggio. Edizione 2023 della banalità del male».

Si schiera invece a favore del ministro la destra, in primis il senatore di Ignazio Zullo, di Fratelli d’Italia: «ma davvero qualcuno pensa che i porti sicuri alle imbarcazioni delle Ong siano indicati in base all’appartenenza politica dei sindaci? Se così fosse, avremmo una pronta soluzione all’immigrazione clandestina. Basterebbe eleggere sindaci del Pd in tutte le città portuali. In questo modo, non ci sarebbe più bisogno di dare indicazioni alle navi Ong e potremmo porre fine al problema». Domani potrebbero arrivare risposte proprio dal ministro Matteo Piantedosi che sarà in Prefettura ad Agrigento per presenziare al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, convocato dal Prefetto.

di: Caterina MAGGI

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