Lo scrittore è ricomparso in video a 9 mesi dall’accoltellamento sul palco
Salman Rushdie è tornato a parlare in video 9 mesi dopo l’aggressione che ha subito sul palco di un festival letterario di New York. Lo ha fatto tramite un videomessaggio in occasione dei British Book Awards, dove ha ricevuto il premio Freedom tu Publish.
Rushdie ha parlato della minaccia alla libertà di espressione in Occidente e delle pressioni a cui si deve resistere per pubblicare “libri che devono essere pubblicati e che a volte sono difficili da pubblicare a causa delle pressioni di questo o di quel gruppo”. Si è riferito a pressioni endemiche in Paesi totalitari come Russia e Cina ma anche a quelle che sempre più spesso si avvertono in Occidente.
L’autore indiano naturalizzato britannico si è poi concentrato sul tema della cancel culture e del revisionismo: «devo dire che è allarmante vedere gli editori che cercano di espurgare il lavoro di persone come Roald Dahl e Ian Fleming. L’idea che James Bond possa essere reso politicamente corretto è quasi comica. I libri dovrebbero arrivare a noi dal loro tempo ed essere del loro tempo. E se questo è difficile da accettare, non leggetelo, leggete un altro libro».
Rushdie, 75 anni, ha trascorso anni sotto protezione dopo la ‘fatwa’ lanciata contro di lui dall’Ayatollah Khomeini nel 1989. Il suo ultimo romanzo si intitola “La città della vittoria”.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA