Dunphy, che ha lavorato con Giuliani dal 2019 al 2021 lo ha denunciato per abusi sessuali e di potere
Noelle Dunphy, ex collaboratrice Rudolph Giuliani, ha accusato l’avvocato di Donald Trump ed ex sindaco di New York di averla costretta a rapporti sessuali con lui per ottenere e poi mantenere il posto di lavoro.
La denuncia, che si compone di 69 pagine, è stata depositata da Dunphy alla corte statale di New York, a Manhattan. L’ex collaboratrice ha accusato inoltre Giuliani di “abuso di potere, appropriazione di stipendio e altre cattive condotte” tra il 2019 e il 2021.
Come risarcimento la donna ha chiesto 10 milioni di dollari e ha raccontato che nel 2019 l’ex sindaco le chiese di praticargli sesso orale per ottenere l’assunzione come sua collaboratrice e guadagnare fino a un milione di dollari l’anno. Richieste che erano state ripetute anche in seguito, poi Giuliani avrebbe chiesto a Dunphy di lavorare completamente nuda o avvolta soltanto da una bandiera americana, e ancora di spogliarsi durante le videochiamate. L’ex collaboratrice ha spiegato che Giuliani “si lasciava andare a insulti alimentati dall’alcol e che comprendevano riferimenti sessisti, razzisti e antisemiti“.
Noelle Dunphy sostiene inoltre che Giuliani avrebbe offerto la grazia in cambio di due milioni di dollari, che l’avvocato “si sarebbe poi diviso” con Donald Trump. Nella denuncia si legge infatti che Giuliani le avrebbe chiesto se conoscesse qualcuno che avevesse bisogno di un “pardon” (ovvero un provvedimento di clemenza individuale deciso dal presidente degli Stati Uniti) e che lo avrebbe potuto ottenere in cambio di due milioni di dollari sostenendo che “io e Trump facciamo a mezzo“.
Il portavoce dell’ex avvocato di Trump, Ted Goodman, ha assicurato che Giuliani “in modo inequivocabile respinge tutte le accuse“.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: EPA/Peter Foley