Dal primo marzo entra in vigore il nuovo diritto di famiglia, più ascolto dei minori
Dal primo marzo entra in vigore il nuovo diritto di famiglia legato alla riforma Cartabia della giustizia. Sarà consentito più ascolto ai figli minori attraverso un Tribunale unificato, un solo giudice e un unico rito. È previsto inoltre un pubblico ministero che può fare più indagini per inoltrare meno ricorsi successivamente sulla perdita della potestà genitoriale o sulla condotta del genitore pregiudizievole ai figli. Di seguito le altre novità introdotte dalla riforma.
Introdotto il tribunale unico della famiglia
Entro ottobre 2024 sarà istituito il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie. Saranno strutture sia circondariali, nelle città più piccole, sia distrettuali, in modo da superare l’attuale frammentazione di competenze frammentate tra Tribunale ordinario, Giudice tutelare e Tribunale per i minorenni; quest’ultimo rimane in vigore ma con funzioni più specifiche. Escluse da tale ristrutturazione le adozioni e i procedimenti di competenza delle sezioni Immigrazione.
Rito unico
Sarà celebrato un rito unico, presso un unico tribunale ed un singolo giudice. Niente più cause in due fasi, come succede oggi, con la prima comparizione davanti al Presidente (udienza presidenziale) e successivamente davanti al Giudice istruttore. Sarà possibile presentare in contemporanea, in un unico atto, domanda di separazione e domanda di divorzio. Il procedimento sarà inaugurato dal deposito sin da subito di atti introduttivi che contengono il racconto dei fatti e dei mezzi di prova. La valutazione di procedibilità si fonderà su: eventuale sentenza passata in giudicato sulla separazione e la cessazione, senza mai interruzioni, della convivenza tra i due coniugi.
Nei casi in cui siano stati stabiliti contributi periodici di denaro e assegni di mantenimento, il giudice potrà richiedere indagini sui redditi i patrimoni e l’effettivo tenore di vita delle due parti. Gli atti investigativi potranno essere condotti anche dalla polizia tributaria.
Presentazione di un piano genitoriale
I coniugi con figli sono tenuti a presentare un “piano genitoriale che illustri gli impegni e le attività quotidiane dei minori, relativamente alla scuola, al percorso educativo, alle eventuali attività extrascolastiche, sportive, culturali e ricreative, alle frequentazioni parentali e amicali, ai luoghi abitualmente frequentati, alle vacanze normalmente godute”. Nel documento andranno riportate contestualmente informazioni utili affinché il giudice stabilisca un percorso su misura rispetto a vita pregressa, abitudini o sulle scelte più sensibili riguardanti affido, collocamento e diritto di visita.
Nel testo vengono precisati i soggetti istituzionali, la polizia giudiziaria e i servizi sociali incaricati di fornire le informazioni necessarie per verificare la necessità di eventuali ricorsi per perdita della potestà genitoriale o altre fattispecie. Lo scopo è ridurre i ricorsi successivi limitando un intervento dell’autorità “vissuto dai soggetti coinvolti come ingiustificatamente o eccessivamente invasivo”.
I minori
I minori coinvolti nel processo di separazione, compresi quelli di età inferiore ai 12 anni, avranno “diritto di esprimere il suo pensiero in tutte le questioni e le procedure finalizzate a incidere nella sua sfera individuale”. Il giudice dovrà tenere in considerazione “età e grado di maturità”. L’ascolto del minore coinvolto potrà essere effettuato con colloquio diretto o con l’intermediazione di esperti in psicologia o psichiatria infantile. La competenza territoriale dei giudici sulle cause di famiglia verrà stabilita a seconda del luogo di residenza abituale del minorenne.
I dati dei divorzi in Italia
Secondo l’Istat le separazioni in epoca prepandemica sono state 79.917 nel 2020 cioè una su tre consensuale fuori dai Tribunali, mentre i divorzi 66.662, uno su due consensuale. Le norme della legge delega sul processo civile, approvate dal governo Draghi, sono state stilate con lo scopo di ridurre del 40% i tempi nella giustizia civile.
Il parere dei matrimonialisti: “è una buona legge ma mancano risorse strutturali”
Non sono mancate le rimostranze di alcuni professionisti del settore, in particolare degli avvocati matrimonialisti che temono maggiori responsabilità al netto di temnpistiche più stringenti.
Per il presidente dell’Ami, Associazione Matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, si tratta di una “buona legge” che però “rischia di essere inapplicabile data la mancanza di mezzi, risorse e personale per la giustizia“.
Le perplessità non riguardano dunque tanto la legge in sé, quanto più la “precarietà” del sistema giudiziario: «mancano tremila magistrati togati in pianta organica e in Italia ci sono 9.500 magistrati per 60 milioni di abitanti – afferma Gassani. – È inutile scrivere una bella legge se poi non abbiamo chi scrive una sentenza».
di: Caterina MAGGI
aggiornamento di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY