La Corte Costituzionale potrebbe sbloccare lo stallo del procedimento dovuto dalla latitanza dei quattro agenti imputati
La speranza di riuscire a superare l’impasse processuale sul caso Regeni è ora nelle mani della Corte Costituzionale.
Accogliendo la richiesta della Procura di Roma, il gup della Capitale ha infatti inviato gli atti del procedimento sulla morte del ricercatore friulano alla Consulta.
Gli Ermellini dovranno esprimersi sull’assenza degli imputati, i quattro funzionari dell’intelligence egiziana, la cui contumacia impedisce di proseguire con il processo. Nel nostro ordinamento giuridico infatti il passaggio procedurale della notifica degli atti agli imputati è ritenuto obbligatorio affinché il procedimento sia valido.
La richiesta di condividere gli atti con la Consulta era arrivata direttamente dal procuratore capo Francesco Lo Voi.
Nell’ordinanza il gup ha spiegato che “la scelta delle Autorità egiziane di sottrarre i propri cittadini alla Giurisdizione italiana e all’accertamento delle responsabilità, è una scelta anti-democratica, autoritaria che di fatto crea in Italia, Paese che si ispira ai principi democratici e di eguaglianza, una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani e ai cittadini stranieri di altri Paesi, che in casi analoghi verrebbero processati“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI