La quinta azienda nel settore del giocattolo in Italia, da un garage in Canada ai giorni nostri

Tre ragazzi, un garage e un simpatico personaggio di nylon e segatura, Earth Buddy, da innaffiare ogni giorno finché non gli cresce una “chioma” lussureggiante in testa. È con questo umile gioco per bambini che nasce nel 1994 Spin Master, multinazionale del gioco e del divertimento che si muove tra la semplicità e le nuove tecnologie. Ce ne parla il General Manager Italia-Grecia, Dino Canuti.

Come nasce Spin Master?

«Spin Master nasce da tre canadesi appena laureati (Ronnen Harary, Anton Rabie e Ben Varadi), un garage, un investimento da 10mila dollari e un prodotto di grandissimo successo. Il Canada come realtà economica è paragonabile all’Italia per volumi interni; quindi l’azienda dovette guardare subito fuori, con una vocazione internazionale. Nel 2004 aprì la sua prima filiale in Francia, poi in Inghilterra nel 2006 e via via tutti i Paesi tra cui, nel 2011, l’Italia. Oggi siamo 20 persone, la quinta azienda del giocattolo in Italia per creazione di opportunità di intrattenimento e crescita per i bambini. Da qui gestiamo anche il business in Grecia. Nel tempo l’azienda ha aperto altre due attività, una di digital entertainment, che si occupa di videogiochi e app ludiche per bambini in età prescolare, e un’area di entertainment puro, dove vengono sviluppate serie tv e prodotti per il cinema».

Quali sono i vostri prodotti di punta?

«Sicuramente uno dei più conosciuti è Paw Patrol, una produzione al 100% di Spin Master così come Bakugan. In Italia abbiamo acquisito nel 2016 Editrice Giochi che era ed è tuttora la publisher di Scarabeo e Risiko, il che ci rende forti anche nel settore dei giochi in scatola. L’azienda è passata da essere una realtà strettamente imprenditoriale ad essere la quarta azienda globale del gioco quotata in borsa. Ma Spin Master nel mondo del giocattolo, dove c’erano Lego, Hasbro e Mattel, non era “necessaria”. La ricetta del nostro successo è l’innovazione: siamo sempre all’avanguardia, investiamo di più in termini di ricerca e sviluppo tra le quattro major del settore, siamo stati i primi ad avere una divisione di entertainment interna; siamo anche molto forti in termini di espansione e acquisizioni strategiche. Di recente abbiamo espanso il business verso prodotti basati su licenze acquisite all’esterno, tra i quali Batman, l’universo DC Comics e Harry Potter. L’azienda è anche molto attiva sul fronte acquisizioni e fusioni, tra le quali va citata Meccano e, due anni fa, il cubo di Rubik che sta tornando molto popolare».

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

«Siamo stati lungimiranti, aprendo i tre creative centers tra cui quello di sviluppo dell’entertainment e del digital gaming, la nostra “arma segreta”. Oggi è difficile coinvolgere i bambini con un prodotto singolo, è invece fondamentale raccontare una storia, in cui si riconoscano o che li ispiri. Per questo tenteremo di raccontare questa storia su tutti i punti di contatto, dal giocattolo ai cartoni animati ai videogiochi. Poi sappiamo che i genitori della prossima generazione saranno molto più attenti alla sostenibilità ambientale: per questo svilupperemo giochi e materiali che ci permettano di essere meno impattanti».

In un mondo particolare com’è quello del giocattolo, con una marcata differenza tra il cliente finale (il bimbo) e i responsabili d’acquisto (genitori e nonni), bisogna lavorare su entrambe le aree, rassicurando il genitore sul lato sicurezza, ma anche sul fatto che il gioco sia “utile” a formare il bambino, e divertendo il piccolo, intrattenendo e facendo crescere al tempo stesso. Per questo Spin Master si impegna a creare giocattoli non solo simpatici e divertenti, ma anche il più sicuri possibili e avanzati (nonché a prova di “mamma apprensiva”). Perché “la seconda cosa peggiore che può succedere, è che un gioco non venda. Ma la prima è che provochi un danno a qualche bambino”.