Gli imprenditori agricoli protestano contro una legge sulle emissioni, ma sono spalleggiati dalla destra
Dopo le manifestazioni di ieri i media olandesi hanno diffuso i numeri delle proteste degli oltre 10mila gli agricoltori olandesi che hanno occupato le strade de L’Aja. I lavoratori protestano contro i piani del governo per limitare le emissioni di azoto, una politica che secondo loro segnerà la fine di molte aziende agricole e colpirà la produzione alimentare.
I media dei Paesi Bassi evidenziano come il “comune denominatore del malcontento” nei confronti dell’esecutivo di Mark Rutte possa avere ricadute sulle elezioni regionali in programma mercoledì. Tra gli intervenuti alle manifestazioni infatti c’erano anche alcuni leader di destra ed estrema destra quali Geerd Wilders e Thierry Baudet.
Gli agricoltori hanno emulato l’azione messa in campo dai colleghi belgi, che una decina di giorni fa avevano bloccato le strade di Bruxelles e del suo quartiere europeo con oltre duemila trattori per esprimere dissenso sui piani del governo regionale fiammingo. Entrambi i governi vogliono porre dei vincoli alle emissioni causate dai concimi azotati. In segno di ribellione molti produttori hanno portato con loro le bandiere nazionali capovolte e striscioni dagli slogan Niente agricoltori, niente cibo e Non c’è nessun problema di azoto. Un altro fronte è però aperto contro Rutte, in senso quasi speculare: un centinaio di attivisti per il clima di Extinction Rebellion, stando a quanto riportato dai media locali, hanno sfondato i blocchi di polizia e bloccato per ore un’importante arteria della capitale olandese. Gli ambientalisti si scagliano contro le norme fiscali imposte dal governo che, è la loro denuncia, incoraggiano l’uso dei combustibili fossili.
di: Caterina MAGGI
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