Dall’intuizione felice la qualità necessaria per far crescere il domani

A volte le idee vincenti nascono anche perché sanno cogliere le opportunità di un momento storico importante. È ciò che ha fatto Giuseppe Petrarulo, che ha compreso prima di molti le opportunità che il crollo del Muro di Berlino avrebbe offerto per un settore cruciale, in agricoltura: quello delle sementi e dei fertilizzanti. Anni dopo, questa intuizione felice ha permesso a Petrarulo di essere, oggi, il ceo di un’azienda leader in un ambito chiave dello sviluppo economico: Nutriplant. E ora è lui stesso a raccontarci la sua storia.

Come ha avuto l’idea per Nutriplant?

«Ho iniziato la mia carriera come insegnante e per tre anni ho svolto questo mestiere, impiegandomi poi per due anni all’interno di due aziende nel settore agroalimentare. Ho in seguito compiuto un’esperienza alla Eikem Agricoltura, società del Gruppo Eni che si occupava di produzione e commercializzazione di fertilizzanti in tutta Europa. Dopo questa esperienza, durata 10 anni, ho deciso di mettermi in proprio approfittando anche della nuova situazione geo-economica (la caduta del Muro di Berlino e la conseguente liberalizzazione del settore). Da lì ho continuato a sperimentare, creando formule di fertilizzanti specifici, ma anche antiparassitari, concimi organici e coadiuvanti».

Con il 1989, il mondo si trova improvvisamente senza il principale fornitore di fertilizzanti europeo, l’Unione Sovietica, che gradualmente dalla notte del Muro inizia il suo percorso di dissoluzione. Così molti Paesi iniziarono a importare le materie prime dall’area africana (dove erano presenti ingenti giacimenti) creando nuove opportunità, anche per Giuseppe Petrarulo. Un altro evento storico si è inserito poi sul suo cammino: il Covid, che gli ha dato l’opportunità per sfruttare al meglio un suo impianto chimico (adatto a produrre anche altre tipologie di prodotti chimici) e produrre così l’introvabile sanificante.

Quali tipologie di clienti servite nello specifico?

«Ciò che faccio è pormi in una fase intermedia tra chi trasporta queste sostanze (in enormi quantitativi) e il consumatore finale, confezionando e fornendo questo prodotto alle farmacie agricole, che quindi lo rivendono agli agricoltori. Questo è una parte della nostra attività. Il secondo aspetto invece riguarda la lavorazione e la vendita in prima persona di queste sostanze. In generale i clienti sono agricoltori della nostra zona, che ci scelgono sulla base di un rapporto di reciproca fiducia e che sanno di poter acquistare da noi prodotti di prima qualità. Lo stesso tipo di ragionamento citato all’inizio per i fertilizzanti lo abbiamo applicato anche a un altro nostro ritrovato: gli antiparassitari. Si tratta di sostanze in larga parte create da grandi multinazionali, alcune delle quali focalizzate anche nella ricerca clinica umana. Per poter vendere sul territorio, queste aziende di enormi dimensioni si affidano a grossisti che possiedono una buona rete di vendita, tra cui noi».

Come sarà il futuro per voi e per il settore?

«Il futuro lo vedo positivo, grazie alla nostra presenza sul mercato conquistata in anni di presenza. Inoltre riceviamo una spinta decisa dalle multinazionali, interessate ad avere platee di clienti sempre più selezionate. Infine non va dimenticato che l’agricoltura, così legata all’alimentazione, non si fermerà mai. Finché gli uomini dovranno nutrirsi, i nostri prodotti saranno essenziali per produrre ciò di cui hanno bisogno».

In un mondo che cambia, alcune cose non cambiano mai, come la necessità di nutrire la terra per nutrire noi stessi. In questi casi, la soluzione è Nutriplant.