Dopo 16 anni viene riaperto uno dei capi più controversi della cronaca italiana
Giampietro Lago, comandante del Ris dei Carabinieri, nominato perito insieme a Elena Pilli, antropologa molecolare all’Università di Firenze, ha annunciato che verranno applicate “tutte le tecnologie più moderne” nell’indagine su Unabomber.
Il caso è stato riaperto dopo 16 anni e l’obiettivo è quello estrapolare campioni di Dna o tracce biologiche in 10 reperti raccolti si tempi degli attentati di Unabomber che hanno terrorizzato il Nord-Est dello Stivale tra il 1994 e il 2006.
I due periti, incaricati dal Gip del Tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, avranno 90 giorni di tempo per esaminare i reperti raccolti tra il 2000 e il 2007, in special modo un capello che nel novembre del 2000 venne ritrovato in un uovo inesploso in un supermercato di Portogruaro.
Le persone iscritte nel registro degli indagati sono 11, gli avvocati di alcuni di loro hanno contestato l’autorizzazione data dalla Procura al giornalista Marco Maisano di visionare i reperti, che a loro dire sarebbero stati maneggiati e forse contaminati, ma il Procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo, ha ricusato la contestazione. Intanto il legale di uno dei massimi sospettati di essere Unabomber, Elvo Zornitta, ha ribadito che il suo assistito è tranquillo e anzi “non ci siamo mai stancati di sollecitare che si cercasse il colpevole”.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/MEROLA/COC