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Nessuna comunicazione era pervenuta all’Ustif. Le dichiarazioni dei testimoni nell’inchiesta sulla tragedia

Emergono inquietanti dettagli dalle testimonianze nell’inchiesta appena chiusa sulla tragedia del Mottarone.

Uno dei tecnici dell’Ustif, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi del Piemonte, ha dichiarato che c’era stato un accavallamento delle funi sull’impianto un paio di mesi prima dell’incidente, ma all’Ustif non era pervenuta alcuna comunicazione.

Il tecnico ha precisato “che un simile evento dovesse essere comunicato in modo da metterci in condizione di predisporre gli eventuali controlli di carattere straordinario, ciò anche in ragione della durata dell’episodio e della porzione di funi interessata”. Inoltre ha aggiunto: in caso di “accavallamento di funi, scarrucolamenti o guasti di particolare importanza (…) è il direttore di esercizio” che “entro cinque giorni dal fatto (…) deve predisporre una relazione e inviarcela”.

La funivia inoltre è stata definita “un rottame impresentabile” da Alfredo Macrì Del Giudice, colui che presentò un esposto alla procura di Torino nel 2015 in merito alla gara di appalto per la revisione generale dell’impianto e la gestione dello stesso. Nell’esposto veniva segnalato che “da quando l’impianto è fermo (circa un anno all’epoca, è stato fermo tra il 2014 e il 2016) sarebbe stata omessa la sorveglianza dello stesso e le funi sarebbero arrugginite”. Si parla di uno stato di “incuria”, e del fatto che il concessionario avrebbe “tralasciato ogni forma di manutenzione dell’impianto”. Si dice poi che i ‘forchettoni’ erano in uso: «Il freno di emergenza della cabina sarebbe stato mantenuto non funzionante, bloccato» si legge.

di: Micaela FERRARO

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