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La ong Euro-Mediterranean Human Rights Monitor parla di arresti “arbitrari” di Israele nei confronti di civili in scuole delle Nazioni Unite

Il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha reso noto che “ogni giorno perdiamo decine di feriti a causa della mancanza di cure e del ritardo nel farli uscire da Gaza” e che il numero dei morti dall’inizio della guerra è di 17.487.

Da Israele, ieri 7 dicembre, giungeva la notizia della resa di numerosi miliziani di Hamas. Secondo l’organizzazione non governativa Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, però, le persone mostrate nelle foto da Israele costrette in ginocchio con indosso solo la biancheria intima sarebbero dei civili.

L’ong sostiene si tratti di civili arrestati “arbitrariamente” dai militari che si trovavano in due scuole affiliate alle Nazioni Unite a Beit Lahia. Tra gli altri in foto l’ong ha sostenuto di riconoscere il giornalista Diaa Kahlout. Da Israele si continua invece a sostenere che l’esercito “ha arrestato e interrogato centinaia di sospetti terroristi: molti di loro si sono arresi e consegnati“. “Controlliamo chi è connesso ad Hamas e chi no, teniamo detenuti tutti e li interroghiamo” ha ribadito un portavoce militare.

Dall’Onu arriva il monito dell’agenzia per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, che su X avverte: «a Gaza stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, dove il palese disprezzo per il diritto umanitario internazionale ferisce la nostra coscienza collettiva. La fine dei combattimenti è imperativa se vogliamo evitare la decimazione di Gaza e contenere le conseguenze di questa crisi». Il direttore dell’Unrwa Thomas White spiega che l'”ordine civile che crollando – le strade sembrano un caos, soprattutto dopo il tramonto – alcuni convogli umanitari saccheggiati e i veicoli Onu presi a sassate“.

Intanto l’ala militare di Hamas, le Brigate Izzedine al-Qassam, hanno reso noto sui social di aver evitato un tentativo dell’esercito israeliano di liberare uno degli ostaggi tenuti a Gaza. Secondo quanto scrive la Bbc l’ostaggio sarebbe morto negli scontri, l’attacco di Israele è stato compiuto anche con un bombardamento aereo.

Il premier palestinese Mohammed Shtayeh ha detto che l’Anp potrebbe partecipare a un “nuovo meccanismo, assieme con la comunità internazionale” a proposito ai contatti con gli Stati Uniti per la futura gestione di Gaza. Shtayeh non esclude, comunque, una partecipazione, in forma subalterna, di Hamas nonostante spieghi “prima del 7 ottobre Hamas era una cosa, adesso è un’altra” ha aggiunto che “se sono disposti a un accordo e accettano la piattaforma politica dell’Olp, sarà possibile parlarne. Occorre che i palestinesi non siano divisi“. A stretto giro il premier israeliano Netanyahu commenta le parole di Shtayeh e su X scrive: «non ci sarà Hamas, la elimineremo. Il solo fatto che a proporlo sia l’Autorità nazionale palestinese non fa che rafforzare la mia visione politica: essa non è la soluzione».

In Cisgiordania, riferisce l’agenzia Wafa, sono stati uccisi cinque palestinesi durante alcuni scontri con i militari di Israele nel campo profughi di Al-Fara, a sud di Tubas, nei pressi di Nablus. Fondi mediche dell’agenzia hanno riferito che “i soldati dell’occupazione hanno cercato di impedire alle ambulanze della Mezzaluna Rossa di raggiungere i feriti“. L’esercito israeliano non ha commentato la vicenda.

Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha annunciato che i membri delle unità di Hamas che parteciparono all’attacco terroristico del 7 ottobre saranno posti in celle sotterranee. Scrive il ministro su X: «dopo anni che non era più utilizzato ho ordinato al servizio carcerario di riattivare un settore sotterraneo per i detenuti della “Nukbeh”. Quei nazisti non si meritano alcun raggio di sole fintanto che i nostri connazionali rapiti si trovano nei tunnel infernali».

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: EPA/HAITHAM IMAD