Nel suo primo discorso promette “l’ultimo sorso amaro” per gli argentini
Lo bastone presidenziale alla Casa Roseada di Buenos Aires è stato consegnato: Javier Milei è ufficialmente il nuovo presidente dell’Argentina, e si presenta al Paese con un primo discorso che abbandona i toni dei proclami e della speranza, per abbracciare quelli del severo monito.
Il primo discorso, tradizionalmente pronunciato davanti alle camere unite, va in scena sulla scalinata del Palazzo del Congresso, di fronte a migliaia di cittadini e sostenitori.
«Si è concluso un periodo di decadenza e inizia un cammino di crescita e redenzione. L’elettorato ha espresso una volontà di cambiamento che non ha ritorno, comincia una nuova era, un’era di pace e prosperità» promette Milei che però subito dopo avvisa: «non c’è alternativa all’aggiustamento e non c’è alternativa allo shock».
Milei avverte dunque il Paese: «non ci sono soldi» e che le misure economiche del suo Governo non potranno che impattare ulteriormente su attività, inflazione e povertà. «Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l’ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l’Argentina – promette Milei. – Abbiamo ricevuto la peggior eredità della storia».
Presente anche Zelensky
Alla cerimonia di insediamento di Milei era presente anche il presidente ucraino Zelensky, che ha parlato di un “nuovo inizio per l’Argentina“.
Confermando il messaggio della sua presenza, Zelensky si è detto “certo che la cooperazione bilaterale tra Ucraina e Argentina continuerà a espandersi” e che il sostegno a Kiev nella guerra non cesserà.
di: Marianna MANCINI
FOTO: EPA/Juan Ignacio Roncoroni