La questione, secondo la premier, “è fermare gli arrivi in Italia”
Tanti i temi affrontati dalla premier Giorgia Meloni durante l’intervista a Cinque Minuti, che andrà in onda su Rai1.
«Sono ancora fiduciosa e in pace con la mia coscienza, perché in questo anno non avrei potuto lavorare di più e ora vedo un’Italia migliore, e sono in pace con me stessa per il lavoro che ho fatto» ha affermato Meloni.
Flussi migratori
Sulla questione dei flussi migratori ha dichiarato: «La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete».
Draghi
In merito all’incarico conferito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Mario Draghi relativo a un report sulla competitività europea ha affermato: «Draghi è uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione, la considero una buona notizia».
Gentiloni
«Ho trovato che il commissario Gentiloni nell’ultimo anno facesse molte interviste per redarguire o dire la sua sull’operato del governo – ha dichiarato Meloni – non so se accada nelle altre nazioni. Ho visto a volte un approccio più critico che non collaborativo, ma non vuol dire che voglia litigare con Paolo Gentiloni. Una coalizione con i socialisti in Ue? È molto difficile, non l’abbiamo fatta in Italia non vedo perché in Europa. Ma questo dibattito sulle alleanze e le coalizioni è molto prematuro. Mi interessa che in futuro il ruolo dell’Italia non sia marginale, e mi auguro che tutti i partiti della coalizione alle Europee possano crescere. In Europa le alleanze si fanno dopo il voto».
Premierato
Tra le questione affrontate anche quella del premierato. «Sulla modifica della Costituzione siamo pronti – ha affermato – penso che la presenteremo ufficialmente nelle prossime settimane. È una cosa che gli italiani ci hanno chiesto di fare, scegliere da chi farsi governare e dare più stabilità. Se poi non ci saranno i due terzi in Parlamento ci faremo dire dagli italiani se ancora vogliono quello che ci hanno chiesto».
Caivano
«Risponderemo colpo su colpo, ho deciso che dobbiamo dare un segnale forte perché lo Stato non può indietreggiare – ha proseguito Meloni – Ovviamente non è solo questione di forze dell’ordine, è un lavoro lungo, sulla prevenzione, sull’educazione, in cui si deve agire tutti insieme. Ma sia chiaro che non mi faccio intimidire dalle stese della criminalità organizzata».
Superbonus
«I bonus edilizi messi in campo dal governo Conte sono costati fino a oggi 140 miliardi. Mediamente una legge di bilancio per un anno vale 20-30 miliardi. Questo per capire l’ordine – ha dichiarato – Qualcosa non deve aver funzionato se quando sono stati fatti questi provvedimenti è stato immaginato un costo molto inferiore. Le stime erano sbagliate, e non ha funzionato come queste norme erano state scritte, perché a oggi abbiamo 12 miliardi di euro di truffe. Le cose vanno fatte con un certo criterio, perché i 140 miliardi che metti da una parte li devi togliere dall’altra: quando Conte ha fatto la sua campagna dicendo che si poteva ristrutturare casa gratuitamente, non era vero, perché queste misure sono costate 2mila euro a ogni italiano, neonati compresi. I costi sono stati scaricati su chi veniva dopo. E ho sentito dire dal M5S che grazie al Superbonus il Pil è aumentato, ma non è propriamente così, perché il Pil è cresciuto rispetto a quando le persone erano chiuse in casa per il Covid: è quello che in economia si definisce ‘rimbalzo del gatto morto. È una misura che stiamo pagando tanto. Le misure di sostegno all’edilizia sono sempre utili, ma vanno fatte con criterio».
Salario minimo
«Ci sarà qualche ragione se quelli che oggi dicono che il salario minimo è la soluzione migliore non lo hanno fatto quando erano al governo, ci sarà un motivo – ha affermato la presidente del Consiglio – Noi abbiamo il 97% dei lavoratori coperto da un contratto collettivo, e l’82% hanno un salario superiore ai 9 euro della proposta di legge. Se diventasse un parametro sostitutivo sarebbe sbagliato».
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI