La premier riferisce alle Camere prima del Consiglio Ue
Appuntamento alle Camere in vista del Consiglio Ue per Giorgia Meloni che alle 10 inizia le sue comunicazioni a Palazzo Madama, per poi replicare a Montecitorio nel pomeriggio.
Si partirà dalla guerra in Medio Oriente, passando per l’Ucraina ma anche per il Kosovo. Poi l’immigrazione illegale, grande osservato dell’Ue, il quadro finanziario con la revisione della proposta del quadro pluriennale 2021-27 e la competitività nell’Unione.
A Bruxelles il Consiglio durerà due giorni, giovedì 26 e venerdì 27 ottobre. Il Senato ha approvato la mozione di maggioranza dopo le comunicazioni della premier. In vista del Consiglio europeo Meloni e alcuni ministri – Antonio Tajani, Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Raffaele Fitto – sono stati ricevuti al Quirinale da Sergio Mattarella.
Da Israele all’Ucraina, “mondo in cui non esistono più linee rosse invalicabili è un insicuro anche per noi”
La linea su Israele del Governo ricalca il principio dettato dalla diplomazia nelle ultime ore della soluzione Due popoli due Stati: «non devono esserci dubbi a sostenere il diritto Israele a esistere» dichiara Meloni, che ribadisce “vicinanza alle vittime della violenza di Hamas“. Noi, ricorda la premier, “dobbiamo essere consapevoli degli schieramenti in campo. C’è chi lavora ad un processo di normalizzazione e chi ha interesse ad alimentare lo scontro. Accade nel mondo arabo e anche al di fuori“, spiega con riferimento anche alle conseguenze del conflitto “sulla popolazione palestinese“.
«I civili di Gaza, i diritti del popolo palestinese e le istituzioni che lo rappresentano legittimamente, a partire dall’Autorità Nazionale Palestinese, sono essi stessi vittime della politica di Hamas» prosegue Meloni.
Parlando della guerra, Meloni ribadisce ancora una volta anche il sostegno al popolo ucraino: «non dobbiamo fare l’errore di affievolire il sostegno alla causa» spiega, ricordando la condanna dell’Italia al blocco del grano ucraino da parte di Mosca. Secondo la premier “non è un caso che non ci siano state condanne specifiche della Russia dell’attacco di Hamas“.
Meloni ha voluto poi precisare che la priorità rimane l’accesso umanitario, ma con maggior rigore: il Governo ha accolto “la decisione della Commissione Europa di triplicare gli aiuti umanitari europei a Gaza, portandoli ad oltre 75 milioni di euro“, ma allo stesso tempo conferma l’intenzione di revisionare gli aiuti “per escludere che anche solo un euro possa arrivare ad Hamas“, dato che “si tratta di somme rilevanti, 1,17 miliardi di euro per il periodo 2021-24, che contribuiscono per oltre il 10% al bilancio dell’Autorità Nazionale Palestinese“.
Immigrazione, “significativa riduzione” degli sbarchi dalla Tunisia
C’è poi il grande nodo dell’immigrazione.
Citando il commissario europeo Ylva Johansson, Meloni rivendica la “significativa riduzione delle partenze dalla Tunisia registrata nelle ultime settimane“: per la prima volta, dice “in punta di piedi”, nel mese di ottobre “il numero di migranti irregolari è diminuito rispetto all’anno precedente“. L’obiettivo perseguito in modo “incessante” dell’Esecutivo resta quello di “arrivare ad un cambio di approccio serio e definitivo nella gestione della migrazione” in Europa.
«Non più porte aperte e redistribuzione, ma protezione dei confini esterni, lotta senza quartiere al traffico di esseri umani, accordi con i Paesi terzi, canali legali per rifugiati e quote di immigrati regolari compatibili con i bisogni del nostro sistema economico» è la ricetta di Meloni.
Sulla riapertura di Schengen, Meloni ribadisce che il rischio che il patto di libera circolazione vada in frantumi è “evidente e una preoccupazione che condividiamo”. A maggior ragione “l’unico modo per impedire anche questa deriva è lavorare per difendere i confini esterni dell’Unione” e lavorare sui movimenti primari, “condizione necessaria per controllare i movimenti secondari“.
Bilancio e Green Deal, riduzione del debito e transizione siano “graduali e sostenibili”
Le nuove regole di bilancio, con Bruxelles che freme per l’approvazione da parte dell’Italia del Mes, saranno all’ordine del giorno durante il Consiglio di venerdì. Meloni punta ad una “riduzione del debito pubblico ma in modo graduale e sostenibile, perché solo così potranno essere credibili e applicabili, superando gli errori del passato“. Lo scopo di Roma è quello di scorporare “in tutto o in parte” queste voci di bilancio. Un discorso che vale anche per il Green Deal.
Proprio sul Green deal, Meloni definisce un “errore” l’imposizione di regole da parte di Bruxelles senza “aver precedentemente agito per ridurre le nostre dipendenze strategiche“. Per questo il Governo in Europa intende mantenere “un approccio pragmatico e non ideologico alla transizione, che noi vogliamo impostata su valutazioni di impatto ampie e affidabili, su criteri di gradualità e di sostenibilità economica e sociale, sul principio di neutralità tecnologica e su strumenti finanziari di incentivazione e di accompagnamento per le imprese e per i cittadini“.
«Lo dico con chiarezza: sarebbe un errore rivedere il bilancio pluriennale solamente per aumentare gli aiuti all’Ucraina, perché se non fossimo in grado di rispondere alla conseguenze che il conflitto in Ucraina genera per i nostri cittadini finiremmo inevitabilmente per indebolire anche il sostegno a quella causa».
Alle 16 la replica alla Camera.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI