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Il presidente della Repubblica ospite finale del 44esimo meeting di Comunione e Liberazione

Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, è l’ospite finale del meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini.

Il Capo dello Stato è stato accolto da grandi applausi e ad attenderlo ha trovato il presidente del Meeting, Bernard Scholz, il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e la vicesindaca di Rimini, Chiara Bellini. Prima del suo intervento ha visitato gli stand.

«Il crescere dell’amicizia fra le persone, è quel che ha caratterizzato il progresso dell’umanità. L’amicizia, come vocazione – incomprimibile – dell’uomo. Vi è una circostanza, che richiama l’attenzione. Ogni volta che, l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre, mondiali, novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme» queste le parole di Sergio Mattarella.

Il presidente ha poi proseguito: «uno spirito, analogo, ha ispirato la nostra Assemblea Costituente, nella quale, opinioni diverse, si sono incontrate in spirito di condivisione, per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà. Ecco, come nasce la, nostra, Costituzione: con l’amicizia come risorsa, a cui attingere, per superare – insieme – le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità. Per superare, per espellere, l’odio, come misura dei rapporti umani».

Mattarella ricorda inoltre: «sono trascorsi ottant’anni, dal convegno di Camaldoli, nel luglio del 1943, nel quale, un nucleo di intellettuali cattolici, provò a delineare, le caratteristiche e i principi, di un nuovo ordinamento democratico. La dittatura, fascista, si stava consumando; ma ancora avrebbe causato – all’Italia e all’Europa – lutti, devastazioni, crudeltà, sofferenze. A Camaldoli, provarono – nella temperie più drammatica – a disegnare una democrazia, un ordinamento pluralista; fondato, sull’inviolabile primato della persona; e sulla preesistenza delle comunità rispetto allo Stato. Perché il bene comune è responsabilità di tutti».

Intorno alle persone migranti il presidente della Repubblica ha sottolineato la necessità di “percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza”. E ricordato che “una pace giusta, non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori, vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere“. Mattarella ha inoltre dichiarato: «vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il – proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo».

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO