Il capo di Stato italiano parla della crisi del clima: “non avremo un secondo tempo”
Il capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita in Kenya, è arrivato all’università di Nairobi.
Al suo arrivo ha cominciato a piovere. Il vice rettore dell’università, Stephen Kiama, lo ha accolto parlando proprio di questo: «quest’ospite ci ha portato un dono speciale, la pioggia, che per noi è simbolo di vita. La pioggia ci fa sentire bene perché senza non possiamo vivere. Oggi abbiamo avuto la pioggia a Nairobi dopo un lungo periodo di siccità: grazie! Grazie!».
Mattarella e la crisi del clima
Nel suo discorso Mattarella ha parlato del cambiamento climatico e dei rischi che ne conseguono.
Il presidente ha spiegato la necessità di una sostenibilità che sia globale e ha dichiarato che l’Italia è una fervente sostenitrice degli accordi sul clima. «Il cambiamento climatico provoca conseguenze nefaste. Si registra ormai da tempo una drammatica diminuzione della biodiversità, in gran parte legata all’abbattimento delle foreste pluviali equatoriali, con la scomparsa di decine di migliaia di specie viventi ogni anno, una irreparabile perdita di varietà genetica, ecosistemi e habitat. Con importanti conseguenze sulla dislocazione della specie umana su un pianeta che vede diminuire progressivamente le aree di insediamento. Si tratti dell’innalzamento delle acque nei mari – che pone a gravissimo rischio la sopravvivenza di numerose isole e delle popolazioni che le abitano – si tratti dell’allargamento progressivo dei fenomeni di desertificazione, si tratti di abbandono di aree marginali. Il fenomeno dei profughi “climatici”, oltre che di quelli dei conflitti, è drammaticamente davanti a tutti noi.
Per troppo tempo abbiamo infatti affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico. Eppure non da oggi siamo consapevoli di come le attività umane abbiano un impatto sull’ambiente e sul clima: basti pensare alla deforestazione che ha caratterizzato lo sviluppo di tante aree in Europa.
Avverto un sentimento di profonda considerazione nel momento in cui mi rivolgo a voi nell’Università in cui ha insegnato Wangari Maathai, la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per il suo instancabile impegno a favore della promozione dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace. Il suo esempio è stato fonte di ispirazione per numerosissimi donne e uomini in tutto il mondo. È anche grazie alle sue azioni se oggi il dibattito attorno al cambiamento climatico non è più appannaggio soltanto di scienziati e politici, ma è questione che mobilita le coscienze a livello globale».
Mattarella ha concluso citando proprio il discorso di Wangari Maathai alla consegna del premio Nobel per la Pace 2004: «”non ci può essere pace senza sviluppo equo; e non ci può essere sviluppo senza gestione sostenibile dell’ambiente in uno spazio democratico e pacifico”, in queste parole ci riconosciamo pienamente».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/FRANCESCO AMENDOLA