Onu: “situazione apocalittica, zero aiuti”. I bilanci parlano di 15mila morti
In Medioriente si combatte da 60 giorni.
Secondo fonti USA, la guerra potrebbe andare avanti fino a gennaio, quando Israele passerà ad una “strategia a bassa intensità e iperlocalizzata” che prenderà di mira i militanti e i leader di Hamas.
Nel frattempo aumentano i bilanci. Hamas ha annunciato che dall’inizio della guerra il 7 ottobre scorso, i morti nella Striscia sono stati 16.248.
Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Unrwa, più di un milione di sfollati palestinesi arriveranno a Rafah, la città più meridionale di Gaza.
La casa del leader di Hamas Yahya Sinwar è stata circondata dall’esercito israeliano. Si trova a Khas Yunis, a Gaza.
Erdogan: se Israele attacca Hamas in Turchia non sarà “più un grado di riprendersi”
Il presidente turco Erdogan a proposito delle dichiarazioni del capo della sicurezza interna israeliana, Ronen Bar che riferiva che i servizi segreti di Israele avessero ricevuto istruzioni per eliminare i dirigenti di Hamas ovunque si trovino, compresa la Turchia, ha sostenuto che “se osano fare una mossa del genere contro la Turchia, pagheranno un prezzo tale che non saranno più un grado di riprendersi“.
In una nota della presidenza della Repubblica turca si legge che Erdogan ha aggiunto: «tutti al mondo sono consapevoli del progresso della Turchia a livello di intelligence e di sicurezza, nessuno dovrebbe dimenticarlo. Il premier israeliano Netanyahu sta in questo momento affrontando un collasso. Potrebbe presentarsi sventolando la bandiera bianca. Netanyahu non sarà in grado di evitare la punizione per le sue azioni, presto o tardi sarà processato e pagherà il prezzo dei crimini di guerra che ha commesso. Se non fosse per il sostegno a Israele da parte di tutti i Paesi occidentali, soprattutto gli Usa, non ci sarebbe una situazione del genere nella regione».
Ankara inoltre respinge ogni possibilità di istituzione di una zona cuscinetto a Gaza alla fine dei combattimenti, progetto che Erdogan ha definito “irrispettoso” nei confronti dei palestinesi. Il presidente turco ha poi sottolineato che il futuro di Gaza deve essere deciso dal popolo palestinese e Israele debba restituire i territori che occupa. Lo riporta Haaretz.
Blinken a colloquio con Wang Yi
Stati Uniti e Cina concordano sulla necessità di una “de-escalation” della guerra. Lo hanno stabilito il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a colloquio telefonico. Il dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che Blinken “ha ribadito l’imperativo che tutte le parti lavorino per evitare che il conflitto si estenda”, mentre Wang – secondo Pechino – ha sottolineato “che la massima priorità è cessare il fuoco e porre fine alla guerra il prima possibile“.
Israele revoca visto coordinatore umanitario Onu
Il ministro degli Affari esteri israeliano Eli Cohen ha annunciato su X la revoca del visto al coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Lynn Hastings. “Non rimarremo più in silenzio di fronte ai pregiudizi delle Nazioni Unite“, ha scritto in un post. In dettaglio, secondo il ministro, Hastings non si è pronunciata contro Hamas per gli atti commessi durante l’attacco del 7 ottobre.
di: Micaela FERRARO
FOTO: EPA/NEIL HALL