Dalle ricerche in campo medico alle applicazioni dell’AI, la classifica redatta da Science

Con il 2023 ci siamo lasciati alle spalle un anno denso dal punto di vista della ricerca scientifica e del progresso tecnologico. Quali sono le scoperte e le ricerche più importanti condotte lo scorso anno, e di cui sentiremo ancora parlare? Qui la classifica di Science che, come ogni anno, puntualizza non solo traguardi raggiunti ma anche speranze disattese e timori per il futuro. Ecco le prime cinque scoperte scientifiche che hanno segnato per importanza il 2023.

1. Il semaglutide contro l’obesità

Al primo posto, e su questo la letteratura scientifica è abbastanza unanime, c’è il semaglutide, il farmaco contro l’obesità oggi sulla bocca di tutti. Si tratta di un farmaco atto a imitare nel corpo la produzione dell’ormone Glp-1. Negli Stati Uniti ha contribuito alla fama del semaglutide anche Oprah Winfrey. La conduttrice ha ammesso pubblicamente di aver iniziato a fare uso di questo farmaco, che l’ha aiutata molto nella sua evidente perdita di peso dopo anni di lotta contro l’obesità.

Fra gli effetti dimostrati del semaglutide c’è la capacità di abbassare notevolmente il rischio di infarto e ictus oltre ai rischi connessi all’insufficienza cardiaca. La scienza sta sperimentando anche altre applicazioni di questi farmaci antiobesità, anche se sono ancora in corso ricerche per testare gli effetti collaterali a lungo termine.

2. Nuovo vaccino contro la malaria

Per quanto riguarda i vaccini, la scoperta più importante del 2023 secondo Science è l’R21/Matrix-M, un vaccino contro la malaria che ha dimostrato un’efficacia del 75%. Un dato che non sembrerà altissimo, ma che è comunque il doppio rispetto alla protezione garantita dal precedente vaccino (RTS,S/AS01). L’utilizzo di questo nuovo vaccino, sviluppato dall’Università di Oxford, è stato raccomandato anche dall’Oms, impegnato nella lotta in una malattia che ogni anno uccide ancora 600 persone.

3. Un farmaco contro l’Alzheimer

L’uso degli anticorpi monoclonali è oggetto di ricerca incessante in ambito medico. Fra le nuove applicazioni scoperte di questo tipo di trattamento c’è anche una cura contro l’Alzheimer. Una promessa più che una certezza, al momento, anche se le speranze non mancano.

In questo caso, la ricerca ha sviluppato nuovi trattamenti, il lecanemab e il docanemab. Entrambi sembrano efficaci nel mitigare l’avanzamento dell’Alzheimer. Permangono, però, i dubbi di lungo periodo su effetti collaterali, oltre alle critiche di un’efficacia contenuta.

4. Antichissime impronte umane nel New Mexico

Spostandoci dalla medicina all’antropologia, Science inserisce al quarto posto della sua classifica la scoperta di impronte umane negli Usa la cui datazione sarebbe antichissima.

Le impronte sono state scoperte nel White Sands National Park nel New Mexico e risalirebbero a circa 21mila anni fa. Secondo gli autori della scoperta, sarebbero una testimonianza del passaggio dell’uomo nel Nord America durante l’Ultimo periodo glaciale, conosciuto in Europa come la Glaciazione di Würm. Un periodo che sarebbe iniziato 110mila anni fa circa, raggiungendo il picco più freddo fra i 19mila e i 25mila anni fa.

5. Antichissime impronte umane nel New Mexico

Non poteva mancare nella classifica di Science una menzione d’onore in Top 5 all’Intelligenza Artificiale. La rivista in particolare plaude all’impiego della tecnologia AI nella meteorologia.

Sempre più modelli previsionali infatti si servono di un algoritmo di AI, con felici risultati in termini di precisione. Lo ha dimostrato il successo di GraphCast, l’AI Google che nelle sue previsioni sfrutta anche lo storico dei dati raccolti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.

di: Marianna MANCINI

FOTO: EPA/ALLISON DINNER