La geoingegneria solare potrebbe essere una soluzione per far sì che il riscaldamento resti sotto i due gradi centigradi ma richieste una profonda riflessione scientifica ed etica
Combattere il riscaldamento globale “deviando” i raggi solari: è questa l’idea di un pool di oltre 60 scienziati di Stati Uniti, Canada ed Europa, guidati dal famoso ex ricercatore della Nasa James Hansen, che chiedono di approfondire il tema.
Gli scienziati reputano sempre più “improbabile” che il riscaldamento globale resti sotto la soglia limite dei due gradi a causa dei mancati tagli alle emissioni di gas serra. Per questo chiedono, in una lettera riportata dal Guardian, una “valutazione scientifica rigorosa e rapida” che mantenga la riduzione delle emissioni come priorità ma che comprenda quanto prima – o almeno si sforzi di farlo – “le ramificazioni complete della geoingegneria, chiamata anche gestione della radiazione solare (Srm), prima che si cada nella disperazione“.
«Poiché le decisioni sull’opportunità o meno di implementare il sistema Srm saranno probabilmente prese in considerazione nei prossimi uno o due decenni, è necessaria una solida valutazione scientifica internazionale degli approcci Srm il più rapidamente possibile», scrivono gli esperti.
A spiegare meglio quest’idea è il quotidiano britannico: «esiste una serie d’interventi climatici diversi per cercare di frenare artificialmente il riscaldamento globale, come lo schiarimento delle nuvole per renderle più riflettenti la luce solare, anche se l’opzione più probabile è l’irrorazione di particelle di aerosol, come zolfo, nella stratosfera. Queste particelle devierebbero i raggi del sole e raffredderebbero rapidamente il pianeta, di 1°C o forse anche di più».
Un’idea allettante che tuttavia presente delle controindicazioni. «La geoingegneria solare non è mai stata testata completamente e ha incontrato una dura opposizione quando è stata tentata, a causa dei timori di impatti ambientali sconosciuti e delle preoccupazioni per la mancanza di governance che circonda questa pratica» si legge.
La riflessione sulla geoingegneria solare, ancora, non è solo scientifica ma anche etica. Secondo l’Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), infatti, tra i possibili pericoli ci sarebbero anche “danni allo strato di ozono, possibili squilibri di potere e conflitti tra Paesi e il rischio di shock, per cui un’interruzione improvvisa dell’irrorazione delle particelle potrebbe scatenerebbe anche un’esplosione del riscaldamento globale“.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/NARENDRA SHRESTHA