Il governo di stampo conservatore vuole portare la settimana lavorativa da 52 ore a 69, ma è polemica
Sono già tra i Paesi nel mondo che lavorano più ore nell’arco della settimana, con drammatiche ripercussioni sulla salute individuale e sociale, considerando anche che secondo l’Oms lavorare più di 55 ore al giorno aumenta sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari. Eppure il governo della Corea del Sud, di orientamento conservatore, ha proposto di portare il tetto massimo delle ore lavorative settimanali da 52 a 69. Immediate le critiche dell’opposizione e dei sindacati, che temono che il nuovo piano abbia un impatto fortemente negativo in un paese già noto per gli eccessi della sua cultura del lavoro. Secondo le norme vigenti, risalenti al 2018, una settimana lavorativa può contare un massimo di 40 ore più un’aggiunta di massimo dodici ore di straordinario; le aziende che violano il limite delle 52 ore rischiano severe sanzioni.
Nei piani del presidente Yoon Suk-yeol, del Partito del Potere Popolare, la nuova legge offrirebbe una soluzione al problema dell’invecchiamento della popolazione e del conseguente declino della forza lavoro. Ma è una scelta che fa discutere anche molti esperti di demografia ed è in decisa controtendenza con Europa e Occidente in generale, dove la tendenza è invece quella a promuovere la “settimana corta”. Secondo il Partito Democratico sudcoreano, che ora è all’opposizione e che aveva introdotto nel 2018 il limite delle 52 ore, il nuovo piano invece permetterebbe ai datori di lavoro di licenziare parte dei lavoratori e chiedere a quelli che restano di lavorare più a lungo. Il ministro del Lavoro Lee Jung-sik ha spiegato inoltre che il nuovo piano impedirebbe di lavorare più di 60 ore a settimana per più di tre settimane consecutive, e che è quindi possibile che alcuni lavoratori finiscano per avere alcune settimane lavorative di soli quattro giorni. Tra un turno di lavoro e l’altro, poi, verrebbe introdotto un periodo di riposo obbligatorio di 11 ore.
Le nuove regole tuttavia non tengono conto del tempo impiegato per spostarsi da casa al lavoro e viceversa, e delle mail e dei messaggi fuori orario. Il piano sarà presentato entro luglio ma è molto probabile che il Partito Democratico che detiene la maggioranza in Parlamento possa bloccare la proposta.
di: Caterina MAGGI
FOTO: EPA/JEON HEON-KYUN