La legge entrata in vigore il 27 febbraio vuole disincentivare i matrimoni forzati o combinati, diffusi soprattutto in alcune comunità asiatiche o africane

Passa da 16 a 18 anni l’età minima per sposarsi o unirsi in coppia secondo la nuova legge entrata in vigore in Inghilterra e nel Galles ieri 27 febbraio.

La riforma era stata proposta dal governo Tory lo scorso anno, incontrando un largo consenso anche tra i laburisti e nelle altre forze di opposizione, e approvata poi dal Parlamento britannico. L’innalzamento dell’età minima, studiato in funzione anti abusi, mira a tutelare i cittadini più giovani da forme di matrimonio forzato o combinato, particolarmente riscontrate in alcune comunità originarie di Paesi asiatici o africani.

La legge vieta matrimoni, unioni civili e qualsiasi forma di cerimonia nuziale religiosa tradizionale tra persone al di sotto delle maggiore età, neppure con l’autorizzazione dei genitori. Questa misura vale anche per chi si è sposato all’estero: l’atto di unione viene considerato nullo o illegittimo.

L’entrata in vigore della legge è stata accolta con un momento molto importante per il Regno, in particolare dal ministro della Giustizia del governo Sunak, Dominic Raab, e dalle associazioni impegnate su questo fronte. Il censimento del 2018 contava almeno 118 ragazze e 23 ragazzi minorenni costretti a sposarsi.

di: Alessia MALCAUS

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