L’azienda con il mindset di una multinazionale ma la velocità di una piccola realtà: i pionieri del cavo per l’automazione industriale
Li vediamo sul palco durante i concerti, o in azione lungo il braccio di un robot; eppure non pensiamo mai che, senza cavi e collegamenti per la trasmissione dei dati, niente di tutto ciò prenderebbe vita. Per questo esiste Ceam Cavi Speciali, realtà di Monselice (Padova) nata negli anni ‘70 che ci viene raccontata dai suoi due Managing Directors: l’Ing. Silvia Ribezzi e il Dott. Marco Magon.
Di cosa si occupa la vostra realtà?
MM: «L’azienda nasce nel 1971 e inizia a produrre cavi coassiali per la trasmissione dei dati antenna per le prime televisioni che si stavano diffondendo nella zona. Da lì si è deciso di proseguire nella direzione dei cavi per la trasmissione dei dati, intuendo la direzione che avrebbe preso il mercato ancora prima dell’avvento di Internet. Ci siamo specializzati nell’audio-video professionale, e abbiamo fornito cavi per stazioni broadcasting e radiotelevisive, o per i controlli audio e video dei concerti. Questo fino agli anni ‘90, quando con l’avvento dei cavi Lan siamo stati i primi a omologarci per questa tipologia di prodotto».
SR: «Non ci siamo dedicati tanto al cavo per trasmissione dati in ambito domestico, quanto piuttosto a una nicchia specifica che è quella dell’automazione industriale, che rappresenta ancora oggi il nostro core business. Questo vuol dire essenzialmente andare ad abbinare la trasmissione del dato con quella che è la “necessità meccanica”; abbiamo pertanto investito per gestire le applicazioni più “gravose” per il prodotto, studiando cavi resistenti al taglio, al calpestamento o a influenze meccaniche comunque importanti. Non solo: nell’audio/video la richiesta è quella di avere prodotti sempre più performanti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche estetico, perché sono cavi che “salgono” sul palco. Quindi devono essere “belli da vedere” e al tempo stesso evitare, ad esempio, di produrre fruscii».
Che cosa vi differenzia dai competitor?
MM: «Sicuramente l’altissimo livello di customizzazione che siamo in grado di fornire ai nostri clienti, con una soluzione disegnata ad hoc che va a coprire qualsiasi esigenza a 360 gradi: questo grazie ai nostri uffici tecnici, che sono costantemente connessi con il cliente al fine di progettare la soluzione più idonea a ogni funzione specifica. Inoltre, come realtà “in loco”, riusciamo a rispondere molto più velocemente e in modo più flessibile rispetto ai nostri competitor, in genere multinazionali con molti dipendenti, ma meno veloci e più inerti. Questo nonostante da fine 2016 la nostra realtà sia parte della multinazionale Lapp, che ci dà possibilità di accedere a laboratori di gruppo e a un network più ampio».
SR: «Ceam è nata con un suo brand, vedendo nella customizzazione un trend prima ancora che diventasse così di moda. Tutti i nostri prodotti più ricercati sono progettati e prodotti rispettando le indicazioni e le necessità dei clienti, valorizzando l’importanza del co-design: costruttori, distributori specializzati ed altri player della filiera vengono pertanto forniti con un vero e proprio servizio personalizzato, che comprende non solo imballaggi e marchi specifici, ma anche e soprattutto un servizio collaterale di stock e packaging dedicati. Inoltre, il nostro prodotto è un prodotto di nicchia, almeno in Italia. Il valore aggiunto è che ci siamo mossi verso questo tipo di prodotto in modo pionieristico, quando la conoscenza, a livello sia esperienziale che tecnico, era poca. Il cliente viene da noi perché sa che oltre al servizio ha a disposizione una conoscenza che in pochi hanno».
Nel futuro di Ceam c’è un processo di espansione già in corso che guarda anche agli States e include: l’ampliamento di ulteriori 10 mila metri quadri della fabbrica già esistente, per un totale di circa 47.000 metri quadri; l’apertura di un nuovo hub logistico a Mantova per triplicare i volumi di produzione attuali; due nuovi brevetti per produrre cavi per la trasmissione dati che possono continuare a funzionare fino a due ore dall’avvenuto incendio; e un terzo progetto, ancora top secret!