Per alcuni “problemi strutturali” il valico potrebbe essere aperto domani. Morti almeno 21 giornalisti

Avanti con i raid, ma si teme per l’apertura del valico di Rafah mentre la situazione umanitaria diventa insostenibile. Fra 24 ore l’ospedale di Al-Shifa rimarrà senza elettricità: tanto è la durata del carburante rimasto nei generatori della struttura, la più grande di Gaza.

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha spiegato le tre fasi della missione israeliana per distruggere Hamas: un “impegno prolungato di fuoco su Gaza con una manovra di terra per l’eliminazione dei membri di Hamas e delle strutture” sarà solo la prima fase. In un secondo momento ci sarà una “una fase intermedia per eliminare i nidi di resistenza“, cui seguirà la “creazione nella Striscia di una nuova realtà di sicurezza sia per i cittadini di Israele sia per gli stessi abitanti di Gaza“.

Attraverso la sua tv Manar, Hezbollah ha annunciato che un suo combattente si è infiltrato nel nord di Israele dal confine settentrionale con il Libano. Si sarebbe introdotto nell’area di Margaliot, nel settore orientale della Linea Blu. In seguito il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha confermato anche che dal Libano sono stati lanciati circa 30 razzi, verso Monte Dov nel nord di Israele.

Usa intercettano missili dallo Yemen

Anche stanotte, una notte di raid israeliani su Gaza. L’esercito rivendica oltre 100 obiettivi di Hamas centrati, compreso un esponente del comando navale come Amjad Majed Muhammad Abu ‘Odeh. Nella notte, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, sono morte almeno 21 persone. Secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti, fra le oltre quattromila vittime di entrambe le parti ci sono anche almeno 21 giornalisti (escluso quello deceduto ieri nel sud del Libano) di cui 17 palestinesi, tre israeliani e un libanese. Altri tre repoter risultano dispersi o detenuti, e in 8 sono feriti. I morti a Gaza secondo il ministero della Sanità di Hamas sono 4.137.

Dopo 11 ore di quiete, le sirene anti-aereo tornano a suonare nelle comunità di Mefalsim e Nir Am in Israele. A causa degli ultimi scontri registrati con il gruppo sciita Hezbollah e altre milizie palestinesi, Israele ha ordinato l’evacuazione della città di Kiryat Shemona, a circa 10 chilometri dal confine con il Libano.

«Le nostre forze armate continuano a prepararsi per la prossima fase della guerra, il ‘Timrun’ (la manovra, ndr)» promette il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, che conferma la morte di 306 soldati. Al momento si cercano anche 203 ostaggi e oltre 100 dispersi. L’esercito israeliano ha comunque dichiarato che la maggior parte degli ostaggi sarebbe ancora viva. A proposito di ostaggi, l’ambasciatore russo a Tel Aviv ha dichiarato che “abbiamo contatti con rappresentanti di Hamas, mirati prima di tutto a ottenere il rilascio degli ostaggi“.

Intanto la guerra si combatte anche nel Mar Rosso. Qui il cacciatorpediniere statunitense Uss Carney ha intercettato e abbattuto tre missili lanciati dallo Yemen e diretti a nord. Il sospetto è che provengano dai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran che hanno già minacciato Israele, anche se non è confermato quale fosse l’obiettivo dei missili.

Attacco alla Chiesa ortodossa, almeno 17 morti

Fa ancora discutere l’attacco aereo israeliano che nella serata di ieri 19 ottobre ha colpito la chiesa greco-ortodossa di San Porfirio a Gerusalemme. Il patriarcato ha espresso la sua “più ferma condanna per l’attacco aereo israeliano“. Si tratta, dicono gli ortodossi, di “un crimine di guerra che non può essere ignorato“. Nell’attacco avrebbero perso la vita diverse persone che avevano trovato rifugio nel giardino. Secondo la Caritas i morti sono almeno 17.

Rafah resta chiuso

Per decongestionare l’aria e consentire almeno una fuga ai palestinesi era arresa da giorni l’apertura del valico di Rafah al confine con l’Egitto, ma secondo la Cnn bisognerà attendere ancora. A causa di alcuni “problemi strutturali” sulle strade, il valico potrebbe essere aperto sabato 21 ottobre.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/MARTIN DIVISEK