Gli scontri fra l’esercito e le Forze di supporto rapido si concentrano nella Capitale Khartoum ma si stanno espandendo in altre città del Paese. Ambasciatore Ue aggredito nella sua residenza
Sabato 15 aprile il Sudan si è svegliato nel bel mezzo di un tentato golpe militare: per tutto il fine settimana l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf), un gruppo di paramilitari, si sono scontrati apertamente in una vera e propria guerriglia urbana con bombe, aerei caccia che sorvolano i cieli e scontri corpo a corpo.
Il bilancio delle vittime, lunedì 17, arriva a contare 108 morti e 1800 feriti. Lo ha dichiarato il rappresentante speciale dell’Onu nel Paese, Volker Perthes.
La circolazione sul territorio è gravemente compromessa e impedisce a centinaia di feriti di raggiungere gli ospedali.
Quanto alle responsabilità, i gruppi armati coinvolti negli scontri si accusano a vicenda di aver colpito per primi. Fino ad ora, gli appelli della comunità internazionale, fra cui Egitto, Sud Sudan e Kenya, hanno convinto le parti ad appena tre o quattro ore di stop temporaneo ai combattimenti per consentire l’apertura di corridoi umanitari, come chiesto dall’Onu. Proprio le Nazioni Unite hanno già perso a a El Fasher tre dipendenti del World Food Programme, rimasti uccisi negli scontri.
Secondo alcune fonti sul campo ci sarebbero anche alcuni combattenti del gruppo Rapid Support Forces, composto principalmente dalle milizie Janjawid, già ingaggiate dal governo sudanese durante la guerra in Darfur.
Per ora gli scontri si concentrano nella Capitale Khartoum ma sembra che la guerriglia si stia espandendo anche negli altri centri del Paese, a Omdurman, a Kassala e Gedaref, sul confine con l’Eritrea. Si segnalano violenze anche a Porto Sudan, nel nord est del Paese, e a Damazin, a sud.
Secondo quanto riporta la Cnn dopo un giorno di oscuramento il canale televisivo nazionale del Paese è tornato visibile e trasmette messaggi a sostegno dell’esercito. Compare un messaggio in sovrimpressione che recita che “le forze armate sono riuscite a riprendere il controllo dell’emittente nazionale dopo i ripetuti tentativi delle milizie di distruggere le sue infrastrutture“.
Ambasciatore Ue aggredito nella sua residenza
«Poche ore fa l’ambasciatore Ue in Sudan è stato aggredito nella sua stessa residenza – ha scritto su Twitter l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell – Ciò costituisce una grave violazione della Convenzione di Vienna. La sicurezza delle sedi e del personale diplomatico è una responsabilità primaria delle autorità sudanesi e un obbligo ai sensi del diritto internazionale».
di: Marianna MANCINI
aggiornamenti di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/EPA/STEPHEN MORRISON