La premier su Mes, Patto di Stabilità e guerre
Giorgia Meloni ha preso parte alla presentazione di PhotoAnsa 2023 e ha parlato della situazione politica nazionale e internazionale, soffermandosi in particolar modo sul Mes, sul Patto di Stabilità e sulle guerre in corso tra Europa e Medioriente.
Per quanto riguarda il Mes, Meloni ha dichiarato: «quello sul Mes è un dibattito molto italiano e anche molto ideologico che testimonia la strumentalità di certe posizioni: non si può parlare di Mes se non si conosce il contesto. Certe dichiarazioni mi fanno sorridere, come la segretaria del Pd Elly Schlein che dice “non possiamo tenere ferma tutta l’Europa”. Forse non sa che il Mes esiste, chi lo vuole attivare lo può tranquillamente attivare. Forse bisogna interrogarsi sul perché, in un momento in cui tutti facciamo i salti mortali per reperire le risorse, nessuno voglia attivarlo: questo sarebbe il dibattito da aprire». Dura la replica di Schlein, che accusa Meloni di “fare il gioco delle tre carte”: «è troppo occupata a difendere una manovra economica indifendibile e dimentica i fatti. Primo: quello di cui discute non è l’attivazione del MES ma la ratifica del trattato che lo modifica. Secondo: 26 Paesi su 27 hanno già ratificato le modifiche. Sono Paesi governati da coalizioni di ogni colore politico. Terzo fatto: rimane solo l’Italia, perché la destra è prigioniera della sua propaganda ideologica. Governare implica assumersi delle responsabilità. Ratificare le modifiche al Mes non significa chiederne l’attivazione, ma non impedire agli altri Paesi di accedervi. Se non è in grado nemmeno di spiegare questa differenza, non è adatta al suo mestiere. Noi siamo comunque convinti che anche questa pantomima sul Mes finirà e Giorgia Meloni si rimangerà anche questa promessa elettorale, come è finita per le accise sulla benzina, sui tagli alle pensioni e alla sanità».
Per quanto riguarda il Patto di Stabilità, aggiunge: «noi stiamo portando avanti un approccio molto pragmatico e posizioni costruttive. L’unica cosa che non ci si può chiedere di fare è di dire di sì a un Patto di stabilità che, non dico questo governo, ma nessun governo italiano potrebbe nel caso rispettare, perché non sarebbe serio da parte nostra. Io vedo spiragli. Siamo al lavoro per una soluzione seria che tenga conto del contesto in cui operiamo. L’Italia sta tenendo una posizione che non è il tentativo di modificare il Patto per spendere liberamente. Abbiamo dimostrato la serietà con cui affrontiamo le materie di bilancio. La questione che poniamo va nell’interesse dell’Italia e dell’Ue».
Sulla situazione in Medioriente con la guerra tra Israele e Hamas, Meloni dice: «l’antisemitismo è un cancro che si deve sconfiggere. È un fenomeno che deve preoccuparci, contro il quale bisogna lavorare a ogni livello, dopo gli attacchi di Hamas ci siamo preoccupati di rafforzare le misure di protezione alle comunità ebraiche. La questione è culturale, deve riguardare tutti e deve avere da parte di tutti noi il massimo della concentrazione».
Infine, sulla delicata situazione in Ucraina in merito ai rifornimenti dichiara: «capisco le difficoltà, ma sarebbe un errore fare un passo indietro, la condizione base per arrivare a qualsiasi forma di soluzione di questo conflitto sia consentire all’Ucraina di essere competitiva se non c’è equilibrio fra le forze in campo – e non ci sarebbe stato se non avessimo dato il contributo che abbiamo dato – non c’è alcuna ragione di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI