Almeno 9 regioni colpite, vittime a Kherson mentre si chiude la Conferenza di Monaco
Mentre a Monaco si chiude la Conferenza sulla Sicurezza, piove morte su nove regioni dell’Ucraina nelle ultime 24 ore. Un uomo nella città di Vovchansk, nell’oblast di Kharkiv, è stato ucciso dopo che la sua casa è stata colpita durante un attacco, secondo il governatore dell’oblast di Kharkiv Oleh Syniehubov. Nella stessa regione, due civili – un uomo di 53 anni e una donna di 57 anni – sono rimasti feriti dal bombardamento su un villaggio vicino a Kupiansk che ha anche “seriamente danneggiato” un istituto scolastico.
Ed è la regione di Kherson la più colpita, bombardata 55 volte dai colpi russi che hanno ferito due civili. Sempre qui le forze russe hanno bombardato il villaggio di Burhunka, uccidendo tre membri della stessa famiglia – una madre, un padre e uno zio – e ferendo il loro bambino di 13 anni. I quattro membri della stessa famiglia, insieme a un altro bambino che è sopravvissuto all’attacco senza riportare ferite, erano in casa quando i russi hanno iniziato a bombardare il villaggio. Anche un bambino di otto anni di un’altra famiglia è stato ferito nel bombardamento, ed è stato ricoverato in ospedale.
Intanto a Monaco
«L’Ucraina ha abbastanza motivazioni, ma ha bisogno di munizioni. L’Ucraina va rifornita meglio»: ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, durante il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. «Servono più munizioni e in breve tempo» ha aggiunto Borrell.
Borrell si è anche pronunciato sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. «L’Ucraina diventerà certamente un membro dell’Ue. Dopo il bombardamento della Russia è diventato assolutamente chiaro che l’Ucraina appartiene all’Europa – ha affermato specificando che – dopo seguiranno diversi Paesi balcanici. E dobbiamo capire come opereremo, dovremo cambiare determinate procedure».
Precisa però che servirà impegno da parte di Kiev per essere in regola e poter far parte dell’Ue «aveva già davanti a sé molti compiti prima della guerra, adempiere a questi compiti mentre cadono le bombe è molto difficile. Ma la commissione agisce più velocemente che mai».
Leader G7: “punire chi aiuta Mosca”
I ministri degli Esteri del G7, in una dichiarazione congiunta alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, hanno annunciato che imporranno sanzioni contro i Paesi che forniscono supporto militare alla Russia nel conflitto con l’Ucraina. “I membri del G7 – si legge nella dichiarazione congiunta – mantengono il loro impegno a mantenere e intensificare le sanzioni contro la Russia per limitare il suo sforzo bellico e contro gli Stati che forniscono sostegno materiale alla guerra illegale della Russia contro l’Ucraina”. Un modo per esortare le “terze parti” in particolare la Cina, a smettere di “fornire assistenza all’esercito russo e alle sue forze affiliate, altrimenti dovranno affrontare gravi costi”. Inoltre, i membri del G7 hanno riaffermato la loro posizione per continuare a sostenere l’Ucraina, “inclusa la fornitura di assistenza militare e di difesa”.
In una riunione che ha visto la massiccia presenza interventista della Nato esce leggermente dal coro la voce del presidente francese Emmanuel Macron. Il capo dell’Eliseo non vuole vedere la Russia “schiantata” da una sconfitta in Ucraina. «Voglio che la Russia sia sconfitta in Ucraina e voglio che l’Ucraina sia in grado di difendere la sua posizione, ma sono convinto che alla fine la guerra non si concluderà militarmente», ha detto il leader dell’Esagono in un’intervista rilasciata al Journal du Dimanche, Le Figaro e France Inter. «Non penso, come fanno alcune persone, che dobbiamo mirare a una sconfitta totale della Russia, attaccando la Russia sul suo stesso territorio. Costoro – ha insistito – vogliono soprattutto schiantare la Russia. Questa non e’ mai stata la posizione della Francia e non lo sarà mai».
Made in China
Intanto il Wall Street Journal sostiene che la Russia utilizzi droni cinesi nel conflitto. Secondo il giornale statunitense alcuni di questi piccoli e agili droni commerciali arrivano in prima linea grazie ai distributori russi riforniti da un’azienda cinese, Dji. Altri vengono trasportati attraverso gli Emirati arabi uniti. Secondo il Journal, il Pentagono teme che questi droni non stiano solo alimentando lo sforzo bellico della Russia, ma consentono anche alla Cina di raccogliere informazioni preziose sul campo di battaglia che possono migliorare le sue capacità di risposta bellica.
Un timore effettivamente confermato anche dall’emittente Nbc News che parla di fonti informate, che sostengono che l’amministrazione Biden sia preoccupata che Pechino possa prendere in considerazione anche l’invio di aiuti letali. Secondo le stesse fonti, non è ancora chiaro cosa Pechino stia fornendo ma potrebbe trattarsi di equipaggiamento per l’offensiva di primavera, come uniformi o giubbotti antiproiettile. Nessun commento ufficiale del Consiglio di Sicurezza nazionale, ma il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che ha incontrato ieri a Monaco il capo della delegazione diplomatica cinese, lo ha sconsigliato di fornire “sostegno materiale” a Mosca. Ha inoltre avvertito che, in caso contrario, ci saranno “conseguenze”. Stizzita la risposta di Pechino che replica che gli Stati Uniti «dovrebbero promuovere una soluzione politica alla crisi piuttosto che gettare benzina sul fuoco e sfruttare l’opportunità a proprio vantaggio».
Scacco matto per Putin?
«La liberazione dal fascismo del presidente Vladimir Putin passa attraverso l’Ucraina» sostiene l’ex campione di scacchi e critico del Cremlino, Garry Kasparov, durante una tavola rotonda sul “futuro democratico” della Russia alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. «I russi vivono in una bolla – sostiene Kasparov – e questa bolla non può essere spezzata a meno che l’idea di impero non crolli, grazie a una sconfitta militare». Alla tavola rotonda hanno partecipato anche l’ex magnate Mikhail Khodorkovsky, l’attivista per i diritti Zhanna Nemtsova – figlia dell’oppositore del Cremlino Boris Nemtsov – e Irina Scherbakova, cofondatrice dell’organizzazione per i diritti russi Memorial.
Bollettino di guerra sul fronte orientale
I russi nel mentre hanno lanciato un attacco missilistico contro la città di Druzhkivka, nel Donetsk, distruggendo almeno due grattacieli. Per ora non si hanno notizie di vittime, secondo quanto ha riferito il governatore dell’oblast, Pavlo Kyrylenko citato da Ukrainska Pravda.
“Druzhkivka è una città relativamente lontana dalla linea del fronte, ma è costantemente soggetta a attacchi missilistici da parte delle forze terroristiche russe”, ha spiegato su Telegram Kyrylenko. Secondo il consueto bollettino delle forze armate ucraine la Russia ha registrato quasi 143.000 perdite dall’inizio della guerra in Ucraina. L’ultimo aggiornamento riportato su Twitter afferma che il numero delle vittime della parte russa ha raggiunto quota 142.860, in aumento di 590 rispetto a ieri.
Catastrofe sfiorata
Ieri mattina due missili russi hanno sorvolato in modo “pericolosamente vicino” una centrale nucleare nel sud dell’Ucraina. Lo ha reso noto oggi Energoatom, l’azienda di Stato che gestisce il sito. La sfiorata catastrofe sarebbe avvenuta alle 8.25 e alle 8.27 di ieri mattina due missili Cruise hanno sorvolato l’impianto nella regione di Mykolaiv, circa 130 chilometri a nord della costa del Mar Nero.
Mosca: “nessun dialogo dall’Occidente”
«Da parte dell’Occidente non c’è alcuna disponibilità o apertura alle iniziative di pace per l’Ucraina». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, intervistato da Rossiya 1. Mosca chiude così alla proposta del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko di un incontro a Minsk tra Stati Uniti e Russia.
di: Caterina MAGGI
FOTO: EPA/ROMAN PILIPEY