HACKER

Un gruppo di hacker israeliano vende i suoi servizi a chi vuole cambiare le sorti di un’elezione politica

Il primo nemico della democrazia, nel 2023, è anche il suo più grande alleato: la tecnologia.

Lo dimostra bene un’inchiesta internazionale coordinata dal collettivo investigativo francese “Forbidden Stories”, che riunisce 30 testate di vari Paesi, tra le quali Radio France, The Guardian, Der Spiegel, Die Zeit, El Pais, Le Monde. I giornalisti internazionali hanno rintracciato un ex agente delle forze speciali di Tel Aviv, Tal Hanan, oggi leader del gruppo hacker israeliano Team Jorge. Lo riporta Rainews.

Un gruppo di persone che tecnicamente, legalmente, non esiste, ma che offre a clienti di tutto il mondo i propri servizi per influenzare segretamente l’esito di elezioni politiche, referendum e altri processi democratici. Le armi di queste nuove bande criminali sono attacchi informatici, diffusione di notizie false e disinformazione, controllo delle comunicazioni dei leader politici e dei loro assistenti, pirataggio di mail, spionaggio, sostituzioni di identità, campagne mirate sui social network. Il tutto dietro lauto compenso: gli hacker chiedono tra i 6 e i 15 milioni di euro da pagarsi in svariati modi e con monete diverse, comprese le criptovalute.

I giornalisti si sono finti potenziali clienti e hanno contattato il Team Jorge, che sostiene di essere “intervenuto in 33 campagne elettorali a livello presidenziale”. Di queste, 27 sarebbero state “un successo”.

La società si è “vantata” di essere intervenuta nel referendum per l’indipendenza della Catalogna del 2017, non riconosciuto dal governo spagnolo. Fra le operazioni rivendicate: in Kenya sulle presidenziali, in Indonesia su una commissione elettorale, in California su attività non precisate.

Jorge usa un software per la diffusione di disinformazione attraverso falsi profili social: AIMS, Advanced Impact Media Solutions, che appartiene allo stesso team di hacker e sarebbe stato venduto a “società di intelligence, partiti politici e compagnie private” in Africa, America meridionale e centrale, Stati Uniti ed Europa. Il software crea e controlla falsi profili su Twitter, LinkedIn, Facebook, Telegram, Gmail, Instagram e YouTube.

Gli avatar sono difficili da smascherare perché imitano il comportamento umano grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e possiedono un account Amazon, carte di credito e portafogli di criptovalute.

Le informazioni sono state raccolte in particolare da tre giornalisti d’inchiesta, di Radio France, Haaretz e The Marker, che si sono finti consulenti al servizio di un’entità che voleva rimandare le elezioni in “un Paese africano politicamente instabile”. I reporter hanno incontrato il team Jorge e hanno filmato gli incontri con Tal Hanan che ha detto di operare da 6 uffici in luoghi diversi del mondo, attraverso operativi con esperienza in agenzie governative ed esperti di finanza, social media e “guerra psicologica”: «in questo momento siamo coinvolti in un’elezione in Africa, abbiamo una squadra operativa in Grecia e una negli Emirati».

Per il momento, specifica Rainews, si tratta solo di affermazioni senza possibilità di verifica.

di: Micaela FERRARO

FOTO: SHUTTERSTOCK