G7 HIROSHIMA

Finita la tre giorni di incontri e bilaterali tra i più importanti leader del pianeta: primo tema discusso l’Ucraina

Si è concluso ieri domenica 21 maggio il vertice G7 di Hiroshima: il tavolo, attorno al quale hanno seduto i più importanti leader del mondo, si è concentrato soprattutto sul conflitto in Ucraina e sul supporto diplomatico e militare al presidente Zelensky, presente.

Il leader ucraino ha colto la palla al balzo per avere dei faccia a faccia con alcuni dei suoi omologhi, tra cui il presidente americano Joe Biden e il premier giapponese Fumio Kishida, ma anche i leader di Italia, Gran Bretagna, India, Francia e Germania. «Insieme a tutti i nostri alleati e partner, abbiamo raggiunto un tale livello di cooperazione che garantisce il rispetto della democrazia, del diritto internazionale e della libertà. Ci sono stati tentativi di ignorare e disprezzare ciò che apprezziamo. Ma ora è impossibile. Ora il nostro potere sta crescendo. Chiunque voglia intraprendere un’aggressione contro un Paese democratico vede quale sarà la risposta. E più lavoriamo tutti insieme, meno è probabile che qualcun altro al mondo segua il folle percorso della Russia. Ma questo è abbastanza? La democrazia ha bisogno di altro. Penso che abbiamo bisogno di una chiara leadership globale della democrazia. Questa è la cosa principale che forniamo con la nostra collaborazione», ha scritto sui social Zelensky.

Anche il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva avrebbe dovuto incontrare il presidente ucraino Zelensky ma è ripartito per il Brasile senza aver avuto il bilaterale. Lo rende noto Cnn Brasil. Stando a quanto riferito inizialmente da fonti del Palacio do Planalto, il governo di Lula aveva proposto all’omologo ucraino un orario per essere ricevuto ma non è poi stata fornita alcuna spiegazione sul perché la riunione non abbia avuto luogo. Zelensky in conferenza stampa ha poi affermato che il più “deluso” per il mancato incontro è stato proprio Lula. «Riguardo alle situazioni dei miei incontri, ho incontrato quasi tutti, tutti i leader, e tutti avevano i loro programmi, quindi penso che sia per questo che non abbiamo potuto incontrare il presidente brasiliano», ha dichiarato confermando la versione data dal governo brasiliano.

Questa mattina Lula ha poi dichiarato che il suo omologo “non si è presentato” all’incontro bilaterale fissato. «Avevamo in programma un colloquio bilaterale con l’Ucraina alle 15. Abbiamo ricevuto informazioni che erano in ritardo e, nel frattempo, ho incontrato il presidente del Vietnam. Quando il presidente vietnamita se ne è andato, quello ucraino non si è presentato. Sicuramente aveva un altro appuntamento e non poteva venire», ha affermato Lula il conferenza stampa.

Il vertice ha visto discusso anche un altro tema, la posizione della Cina. Proprio per questo il viceministro degli Esteri di Pechino, Sun Widong, ha convocato l’ambasciatore nipponico, Hideo Tarumi, per protestare contro “il clamore in merito alle questioni riguardanti la Cina” che ha caratterizzato il vertice. Come si legge nel comunicato diffuso, Sun accusa il Giappone e gli altri Paesi del G7 di aver assunto “attività e dichiarazioni congiunte tese ad ingiuriare e attaccare la Cina, interferendo esplicitamente negli affari interni cinesi, violando i principi di base del diritto internazionale e lo spirito dei quattro documenti politici sottoscritti da Cina e Giappone“, ovvero la Dichiarazione congiunta bilaterale del 1972.

Ora si guarda già al prossimo G7 che si terrà proprio in Italia. A tal proposito la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni (che ha lasciato il vertice in anticipo per recarsi in Emilia Romagna) ha scritto sui social: «il prossimo anno toccherà all’Italia ospitare il G7, e lo faremo in Puglia, Regione simbolo dell’incontro tra Occidente e Oriente. È una grande responsabilità per l’Italia, ma saremo all’altezza del compito».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/JAPAN