Bakhmut

Prorogato l’accordo sul grano, lo ha annunciato Ankara

La guerra non è uguale per tutti. Lo sancisce il bollettino degli 007 britannici, che evidenzia come ad essere più colpiti dalle ingenti perdite russe in territorio ucraino non siano le elite, ma le classi più povere e le minoranze etniche. Le forze d’invasione russe “continuano a soffrire perdite estremamente pesanti” scrive l’intelligence Uk, sottolineando come i caduti siano soprattutto esponenti di minoranze etniche di remote regioni orientali. Soprattutto le città più ricche di Mosca e San Pietroburgo ne sono poco toccate.

Durante il discorso della nazione di Putin lo scorso 21 febbraio, c’erano due file di alti funzionari che lo ascoltavano, “ma di questi non si sa di nessuno che abbia figli nell’esercito”, si legge. “In molte regioni orientali, i morti crescono… ad un livello 30-40% più alto che a Mosca. In molti luoghi i più colpiti provengono da minoranze etniche: nell’Astrakhan il 75% dei morti è di minoranza tagika o tartara”, aggiunge il bollettino, secondo il quale mentre il ministero della Difesa russo starebbe compiendo scelte mirate per non coinvolgere i ceti più ricchi poiché tutelare i rampolli de “i più abbienti e più influenti membri della società russa rimane una considerazione principale”.

Zelensky: a Bakhmut morti oltre 1100 soldati russi

Nel corso del consueto discorso pubblicato su Telegram il presidente Zelensky ha annunciato che “in meno di una settimana, solo nel settore di Bskhmut” i soldati ucraini “sono riusciti a eliminare più di 1.100 soldati nemici, che sono perdite irreversibili della Russia“.

Inoltre il frangente russo avrebbe “almeno 1500” soldati feriti in modo da essere “incompatibili con la continuazione dei combattimenti. Inoltre, dozzine di unità di equipaggiamento nemico sono state distrutte e sono stati bruciati più di dieci depositi di munizioni russi“.

Isw: “lotte intestine al Cremlino” ma la Russia nega

Il Cremlino è scosso da lotte intestine. Nulla di nuovo sembrerebbe, visto che da tempo si parla delle acredini interne tra l’esercito regolare russo e le truppe del gruppo mercenario Wagner. Questa volta però a confermarlo è la portavoce del ministero degli Esteri russo Marai Zacharova. Lo scrive nel suo bollettino giornaliero il think tank americano Institute for the Study of War (Isw), sostenendo che Zacharova ha di fatto “confermato che vi sono lotte intestine nei circoli del Cremlino, che il Cremlino ha ceduto il controllo dello spazio informativo russo e che il presidente russo Vladimir Putin apparentemente non riesce a risolvere tutto ciò”.

L’analisi prende spunto da un intervento di Zacharova ad un forum ieri a Mosca su “aspetti pratici e tecnologici dell’informazione e la guerra cognitiva nella guerra moderna”. In questa occasione la portavoce ha dichiarato che il Cremlino non può riproporre l’approccio stalinista di controllo centrale dell’informazione interna russa a causa di non meglio specificate lotte fra le “élite” del Cremlino. Secondo Isw queste dichiarazioni provano alcune valutazioni dello stesso think tank sul deterioramento del regime russo e le dinamiche del controllo dello spazio informativo. Ovvero che vi siano “lotte intestine fra membri chiave del circolo ristretto di Putin; che Putin abbia ceduto lo spazio informativo ad una varietà di attori quasi indipendenti; che Putin sia apparentemente incapace di intraprendere un’azione decisiva per riprendere il controllo dello spazio informativo”.

La portavoce del ministero degli Esteri russo però ha definito “false” le notizie secondo cui avrebbe parlato della “lotte intestine tra le elite” in Russia. Lo riferisce la Tass.

Bambini feriti da esplosione accidentale

Sembra una scena tratta da uno scritto di Gino Strada, il suo libro Pappagalli verdi: la carneficina dei piccoli, vittime collaterali delle guerre che spesso rimangono feriti da ordigni inesplosi. È successo anche in Ucraina, dove due bambini di quattro e 11 anni sono rimasti feriti nella regione di Zaporizhzhia a causa dello scoppio di una granata anticarro che avevano trovato per strada e portato a casa. Lo riferisce l’agenzia Unian citando fonti della polizia locale.

I piccoli sono rimasti feriti in una abitazione del villaggio di Novoivanivka. Avevano portato a casa un oggetto cilindrico allungato sconosciuto, che è esploso mentre giocavano. “Dopo aver ispezionato la scena e i resti dell’oggetto esplosivo, le forze dell’ordine hanno preliminarmente determinato che si tratta dell’impugnatura di una granata anticarro Rkg-3”, si legge nel rapporto. Il più piccolo è stato dimesso mentre il più grande è stato ricoverato.

Continua intanto la tragedia delle vittime civili della guerra. Un attacco questa mattina ha provocato almeno tre morti e due feriti a Kherson, città del sud liberata dall’esercito di Kiev a novembre dopo diversi mesi di occupazione.

Intanto al fronte

Gli ucraini si stanno preparando a una controffensiva che, secondo loro, non dovrebbe durare a lungo nella regione di Bakhmut, la città dell’Ucraina orientale che le forze russe stanno cercando di conquistare dall’estate a costo di pesanti perdite. Nella città, attuale epicentro del conflitto, Prighozin, il capo del gruppo paramilitare Wagner, ha rivendicato una nuova avanzata dei suoi uomini. Sono oltre 40 i missili che hanno colpito Kharkiv dall’inizio del 2023, secondo quanto sostenuto dal presidente Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale alla nazione. Lo riporta The Kyiv Independent.

Secondo lo Stato maggiore Ucraino sono 159.090 i soldati russi morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, 1.090 in più rispetto al giorno precedente. Sempre secondo le forze armate di Kiev la Russia ha anche perso 3.466 carri armati, 6.769 veicoli corazzati da combattimento, 5.348 veicoli e serbatoi di carburante, 2.487 sistemi di artiglieria, 493 sistemi di razzi a lancio multiplo, 259 sistemi di difesa aerea, 304 aeroplani, 289 elicotteri, 2.108 droni e 18 imbarcazioni.

A morire però non sono solo i militari russi, ma anche i civili. Secondo quanto riporta Ria Novosti citando l’ufficio di rappresentanza presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (Jccc) delle questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina, tre civili sono stati uccisi e nove sono rimasti feriti a causa del bombardamento ucraino. L’attacco è avvenuto nei pressi di una stazione degli autobus a Perevalsk, nella regione del Lugansk.

Sempre dei corpi di civili sarebbero quelli rinvenuti dai combattenti ucraini nelle strade di Bakhmut. I soldati non hanno potuto recuperarli, ma a Sky News uno dei combattenti, Khalid Makiazho, ha parlato di una devastazione totale, con , continue raffiche di artiglieria e “bombardamenti caotici”. Secondo Makiazho molti civili si sono rifugiati negli scantinati, “ci sono ancora persone in città, alcune sono molto anziane, ci sono anche cadaveri di civili, stiamo cercando di recuperare i corpi ma non c’è modo di raggiungerli“, ha spiegato.

Kuleba: “l’unica scelta è resistere”

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che difendere Bakhmut non èun’opzione, ma l’unica scelta percorribile. «Se ci ritirassimo da Bakhmut, cosa cambierebbe? La Russia prenderebbe Bakhmut e poi continuerebbe la sua offensiva contro Chasiv Yar, quindi ogni città dietro Bakhmut potrebbe subire la stessa sorte» ha dichiarato Kuleba, affermando che Kiev intende continuare a difendere la città, ritenuta nodo strategico dell’avanzata russa. Lo riporta il Guardian.

In un’intervista rilasciata invece al quotidiano tedesco Bild Kuleba ha definito la carenza di munizioni il problema “numero uno” per l’Ucraina nel tentativo di respingere l’invasione della Russia, esortando la Germania ad accelerare le forniture e a iniziare ad addestrare i piloti ucraini sui caccia occidentali.

Turchia : “prorogato accordo sul grano”

Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha dichiarato che l’accordo riguardante l’esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero sarà prorogato rispetto alla scadenza del 18 marzo. Il ministro è citato dal Guardian.

Il primo accordo tra Russia e Ucraina era stato trovato a luglio con la mediazione di Istanbul e dell’Onu. Il suo scopo era prevenire una crisi alimentare globale consentendo l’esportazione sicura del grano ucraino bloccato dall’invasione russa da tre porti. Diversi Paesi, tra cui alcuni estremamente suscettibili a problematiche di insicurezza alimentare e povertà come Egitto e Sudan, avrebbero infatti enormemente sofferto del blocco.

A novembre l’accordo era stato prorogato per 120 giorni, con un rinnovo automatico previsto per il 18 marzo nel caso nessuna delle due parti si fosse opposta. Domani, 13 marzo, è previsto un incontro a Ginevra con le Nazioni Unite per cercare di trovare una soluzione. 

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/CARLO ORLANDI