Le star (ma non solo) abusano di farmaci per diabetici perché “miracolosi per il dimagrimento”. Quanto costa l’ossessione per l’immagine?

L’ossessione per l’aspetto fisico è un problema che parte da lontano. Televisione e cinema ieri e social media oggi hanno avuto – e continuano ad avere – un impatto enorme sulla percezione della bellezza fisica nella società occidentale e hanno fissato dei canoni estetici perlopiù inarrivabili. Le vittime sono soprattutto i giovanissimi frequentatori dei social media, che finiscono per equiparare il loro aspetto fisico al loro valore nel senso più assoluto del termine, cosicché la loro “bellezza” diventa un mezzo per ottenere stima e approvazione da parte degli altri; ma non solo. La ricerca spasmodica della perfezione, infatti, si porta dietro altre problematiche soprattutto in tema di salute che a volte appaiono di meno immediata comprensione. 

Prima grande ossessione quando si parla di aspetto fisico è, ça va sans dire, il peso corporeo. Essere magri è considerato un passepartout per esser considerati anche belli, desiderabili, in forma e finanche di piacevole compagnia; la ricerca di magrezza getta le basi di quel perfezionismo fisico che è il fine ultimo di una ricerca spasmodica di accettazione di sé che raramente passa nell’accettazione degli altri (perché i propri difetti, allo specchio, risultano sempre più gravi di quelli che si possono intuire negli amici, nei conoscenti, negli amanti). Spesso, pur di ottenere dallo specchio il riflesso che si è idealizzato nella mente, si è disposti a pagare qualunque prezzo: e questo è vero a maggior ragione nello star system. 

È a Hollywood che è nata la “moda” – termine qui usato in senso beffardo ma tristemente appropriato – del semaglutide: il principio attivo di una famiglia di farmaci per diabetici, divenuto famoso perché aiuta a dimagrire. Ovviamente le facce nascoste della medaglia qui sono almeno due: gli effetti collaterali dell’uso improprio di un farmaco e la difficoltà del rifornimento che colpisce non tanto le star quanto piuttosto i poveri ammalati reali, quelli che di quella medicina hanno bisogno per curarsi una malattia reale. 

L’Ozempic, il Wegovy e gli altri

Ozempic e Wegovy. EPA/Ida Marie Odgaard

Amy Schumer, Elon Musk, Kim Kardashian: sono solo alcuni dei nomi delle star che hanno utilizzato farmaci formulati per i diabetici allo scopo di perdere peso. Il potere “dimagrante” della semaglutide ha spopolato a Hollywood e la sua fama si è espansa drasticamente grazie al tam tam sul web e i social (su TikTok l’hashtag dedicato è stato usato circa 400milioni di volte), tanto da diventare un fenomeno. Ma di cosa si tratta, nello specifico?

I farmaci che utilizzano questo principio attivo sono soprattutto l’Ozempic e il Wegovy. Un trial clinico svolto nel febbraio 2021, secondo quanto riportato da Wired, ha dato risultati stupefacenti, dimostrando come le persone che assumevano settimanalmente questi farmaci perdevano il 15% in medio del loro peso corporeo. Negli Stati Uniti questi risultati hanno portato i due farmaci a essere inclusi nelle terapie contro l’obesità: fino a quel momento, però, la semaglutide era stata utilizzata per trattare il diabete di tipo 2.

Si tratta di farmaci specifici molto particolari, “agonisti” del recettore GLP-1 (GLP-1 RA): funzionano imitando il funzionamento di un ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue e restituendo una sensazione di pienezza che smorza l’appetito, tramite il rallentamento del rilascio del cibo da parte dello stomaco. L’obiettivo originario del farmaco è aiutare l’organismo a ridurre il livello di zucchero nel sangue solo quando è troppo elevato, oppure far in modo di prevenire malattie cardiache, ma non si tratta di un farmaco che può essere usato per sostituire una dieta equilibrata e un programma di esercizio fisico strutturato.

L’utilizzo del Wegovy come dimagrante ha spinto le richieste così tanto che la casa produttrice, la Novo Nordisk, è stata costretta a sospenderne la pubblicità in televisione nel maggio del 2023 per riuscire ad avere il tempo necessario a produrre scorte sufficienti a evadere le richieste ricevute. Il primo effetto collaterale grave è che le persone che usano questi farmaci perché malate hanno cominciato ad avere difficoltà di reperimento, una difficoltà che è facile si protragga visto che, chi al contrario ha acquistato il Wegovy (o l’Ozempic) per dimagrire, sarà costretto a continuare ad assumerlo (e quindi a comprarlo) per mantenere il proprio peso sotto controllo.

Va da sé che tutto questo influisce anche sul prezzo: il farmaco ha un dosaggio variabile ma di media può arrivare a costare 1.300 dollari al mese negli Stati Uniti, con singole dosi vendute a 342 dollari.

Volti da Ozempic

Il dimagrimento “forzato” non è ovviamente sano. Usare un farmaco come quello per il diabete per “rimettersi in forma” è controproducente anche da un punto di vista mentale. Il risvolto è: “mangio quello che voglio perché tanto poi mi faccio un’iniezione e resto in forma”; così magari si è momentaneamente arginato il problema del sovrappeso ma di certo non si ha un corpo in salute.

Alcuni risultati fisici già si hanno: la stampa americana ha coniato il termine “volti da Ozempic” per descrivere i visi di coloro che hanno assunto questi farmaci, volti che hanno perso tono, elasticità, luminosità, e che appaiono come “svuotati”. Questo perché, secondo gli esperti, la pelle “fatica ad adattarsi alle nuove forme del viso”.  I media hanno rinominato l’Ozempic e il Wegovy “farmaci di Hollywood”, proprio perché è stata la pubblicità delle celebrità a spingere così tanto questa tipologia di farmaco sul mercato. La già citata azienda danese produttrice, la Novo Nordisk, è diventata la società col maggior valore in Borsa in Europa e la rivista scientifica Science ha definito questi due farmaci il “progresso più importante dell’anno”. 

E in Italia?

In Italia l’Ozempic è riconosciuto solo come farmaco per il diabete, viene prescritto tramite ricetta dal medico e passato dalla mutua, ma questo non ha impedito che le persone cercassero di comprarlo anche a scopo dimagrante. Tanto che anche nelle nostre farmacie, è diventato irreperibile. 

Un uomo fa la spesa in un supermercato. EPA/ANDY RAIN

Qualcosa di positivo c’è. Secondo i dati ISTAT nel 2021 gli adulti sovrappeso nel nostro Paese erano il 36%, quelli obesi l’11,5%: si parla di circa quattro milioni di persone. Se è vero che in caso di sovrappeso i medici consigliano un cambio di vita e alimentazione, è vero anche che per le obesità più gravi – riconosciute come malattia cronica – un intervento più rapido con farmaci di questo tipo può aiutare a salvare delle vite. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato infatti che l’obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo, perché spesso si porta dietro altre patologie potenzialmente mortali, come ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica e alcuni tipi di tumore. Aiutare i pazienti a sviluppare uno stile di vita differente e contemporaneamente a perdere tanti chili in poco tempo può essere un buon modo per avere una società più sana e snellire gli ospedali.

Tuttavia il rischio è che l’Ozempic – che, ripetiamo, è un farmaco che serve soprattutto ai malati di diabete di tipo 2 – e gli altri medicinali della stessa categoria, divengano degli strumenti per inseguire quella chimera, quel “corpo perfetto”, quel fisico “conforme” che serve per raggiungere canoni estetici estremi molto più che non per essere considerati “in salute”. Vero è che si ha la tendenza a giudicare chi è in sovrappeso, dando per scontato che si tratti di una persona pigra, a cui piace mangiare, incapace di prendersi cura di sé, e quindi questo porti a vedere la strada del farmaco come una “scorciatoia” immeritata, e il dimagrimento come un “premio” da ottenere faticando e facendo sacrifici per poterselo “meritare”, come se quel corpo conforme fosse un traguardo da raggiungere pena lo sdegno della società; vero è anche che non tutte le persone sovrappeso non si prendono cura di sé: a volte subentrano problematiche come il metabolismo, la depressione, lo stress da ansia che sono malattie reali e che si portano dietro l’obesità come conseguenza, e allora ben venga un farmaco da poter prescrivere per aiutare i soggetti più fragili. Tuttavia, pur senza dimenticare quanto detto, il problema generalizzato dell’abuso di farmaci per dimagrire non riguarda tanto quella fetta di persone malate che ne avrebbero davvero bisogno per rimettersi in salute: le farmacie vengono prosciugate dalle star e dai loro follower non dai malati reali. E allora è di una malattia diversa che forse dobbiamo parlare, quella per la quale il riflesso allo specchio è così importante da far passare in secondo piano una fila di persone in angosciante attesa di rifornimenti per curarsi.

Sia mai che quei cinque chili in più rovinino l’ennesimo selfie su Instagram.

di: Micaela FERRARO

FOTO: SHUTTERSTOCK/ANSA