Si tratta di un fondo istituito con il Pnrr e i requisiti temporali sono in scadenza
Fra i bandi del PNRR c’è anche un fondo messo a disposizione dal Governo italiano per i familiari delle vittime dei crimini di guerra commessi dai nazisti nel nostro Paese tra il 1939 e il 1945. Attenzione però: c’è tempo solo fino al 28 giugno per partecipare alla “class action” e ottenere un risarcimento per le perdite e i danni subiti.
Nello specifico il 28 giugno segna il termine entro il quale è necessario aver presentato una causa civile contro la Repubblica federale tedesca. Viceversa, non sarà possibile accedere ai fondi per un risarcimento, con la data già rinviata più volte che ora sembra definitiva. Ma non basta.
Oltre ad aver presentato un ricorso legale, per ottenere un risarcimento le famiglie devono rispecchiare altri “requisiti” per ottenere un risarcimento. Possono avanzare la richiesta i familiari delle persone morte nelle stragi o in seguito alla deportazione, ma anche parenti di internati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, familiari di partigiani o di vittime civili.
Il caso in cui un giudice italiano abbia già pronunciato una condanna penale rappresenterebbe una “scorciatoia”, poiché consentirebbe di allegare tutta la documentazione già presentata nel processo. Non è comunque detto che l’aver presentato già una causa sia sufficiente. Nel caso delle stragi infatti, ad esempio, i processi si sono svolti contro i diretti responsabili, ossia i militari, e non contro la Repubblica federale tedesca, come richiesto dal bando. In questo caso vale il termine ultimo del 28 giugno per ricorrere contro lo Stato tedesco.
Chi invece si trova a presentare causa per la prima volta sarà necessario portare un nutrito faldone di prove documentali, dai verbali di interrogatorio o decesso alle cartoline.
A tutto questo si deve sommare il problema dell’attuazione dei decreti del Pnrr. Un tema del quale si discute da tempo con l’Italia in “ritardo” su tutta la linea. Il fondo prevede 55 milioni di euro, una cifra che secondo diverse associazioni di avvocati non sarà sufficiente a soddisfare tutte le richieste, né è chiaro come ed entro quali tempistiche si potrà accedere al risarcimento.
Sulla questione grava anche un problema “etico”. Di fatto il Governo italiano ha preso in carico dei risarcimenti che in linea teorica spetterebbero alla Germania. Germania che però si è sempre rifiutata di corrispondere le somme stabilite da giudici alle vittime, rifacendosi agli accordi di Bonn del 1962 che avrebbero esaurito tutte le richieste con 40 milioni di marchi tedeschi (oggi circa 1,5 miliardi di euro).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/CLEMENS BILAN