Le frontiere sono state chiuse “fino a nuovo ordine”. Tajani: “Italia impegnata a risolvere crisi in Niger e Gabon”
Dopo il colpo di Stato in Gabon, paese nell’Africa centrale, il generale Brice Oligui Nguema presterà giuramento lunedì come “Presidente della transizione”.
Un gruppo di soldati facente capo al generale ha annunciato infatti l’annullamento delle elezioni e lo scioglimento di “tutte le istituzioni della Repubblica”, tramite un comunicato stampa letto sul canale televisivo statale Gabon 24. Inoltre sono state chiuse le frontiere “fino a nuovo ordine” e forti spari sono stati segnalati nella capitale, Libreville.
L’autorità elettorale nazionale aveva appena annunciato la rielezione di Ali Bongo Ondimba, il presidente al terzo mandato che è al potere da 14 anni, e che adesso è stato messo agli arresti domiciliari. A comunicarlo sono stati i militari golpisti alla Tv di Stato. Anche un figlio del presidente è stato arrestato.
L’opposizione aveva definito fin da subito la rielezione truccata. Inoltre, il rovesciamento di Ondimba metterebbe fine al potere della sua famiglia in Gabon, che va avanti da 53 anni.
Uno dei soldati apparsi in tv ha dichiarato: «abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all’attuale regime causato da un Governo irresponsabile e imprevedibile che provoca un continuo deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos».
I golpisti hanno nominato il generale Brice Oliqui Nguema “presidente della transizione”: la notizia è stata diffusa tramite un comunicato letto in televisione. I militari, inoltre, hanno riferito che sarà mantenuto il coprifuoco “fino a nuovo avviso”.
Bongo ha poi invitato “tutti” i suoi “amici” a “fare un po’ di rumore” in un video pubblicato sui social network. «Sono Ali Bongo Ondimba, presidente del Gabon, sto inviando un messaggio a tutti i nostri amici nel mondo per dire loro di fare un po’ di rumore contro le persone che hanno arrestato me e la mia famiglia», ha pronunciato in inglese il presidente.
Condanna dall’Ue
L’Alto rappresentante Ue per la politica estera Borrell ha dichiarato che: «l’Ue respinge qualsiasi presa di potere con la forza in Gabon e invita tutte le parti coinvolte a dar prova di moderazione. L’Ue condivide le gravi preoccupazioni per il modo in cui è stato organizzato e condotto il processo elettorale che ha preceduto il colpo di Stato militare. Ma un dialogo inclusivo e sostanziale che garantisca il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, e non la forza, è il modo per assicurare che la volontà espressa dal popolo gabonese sia rispettata».
Farnesina agli italiani in Gabon: “prudenza, state a casa”
La situazione è decisamente confusa: la Farnesina e l’Alto commissario Ue per la politica estera Josep Borrell invitano ad essere prudenti.
«La situazione in Gabon è confusa. Se il golpe militare sarà confermato, ciò accrescerà l’instabilità nell’intera regione. Ne discuteremo. Tutta la regione è in una situazione veramente difficile. E i ministri della Difesa e quelli degli Esteri discuteranno di come mettere in campo la nostra strategia. È un dossier importante per l’Europa», ha detto Borrell.
«L’Italia continua a essere impegnata per una soluzione diplomatica della crisi in Niger e anche della più recente in Gabon, lavorando in stretto coordinamento con i partner», ha dichiarato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, citato in una nota della Farnesina. «È fondamentale che i Paesi europei mantengano una piena unità d’intenti nella ricerca di una via d’uscita pacifica che assicuri pace e stabilità all’intera regione del Sahel, lavorando d’intesa coi partner regionali. Gli oltre 150 italiani che vivono in Gabon sono al sicuro, li invitiamo alla massima prudenza, a rimanere a casa. Oggi e domani si parlerà della situazione in Gabon e nel resto dell’Africa durante la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea», ha concluso.
«La Farnesina monitora l’evoluzione della situazione nel Paese. Ambasciata a Libreville operativa. Invitiamo i connazionali alla prudenza. Per qualsiasi emergenza o segnalazione è possibile contattare la nostra Unità di Crisi al numero +39 06 36225», ha scritto il ministero su X.
di: Micaela FERRARO
Aggiornamento di: Alice GEMMA e Francesca LASI
FOTO: EPA/STR