censura russia proteste

Zacharova ricorda il proibizionismo dei libri sovietici durante il nazismo mentre il numero dei giornalisti russi fuggiti dal Paese è salito ad almeno mille

Botta e risposta fra Bruxelles e Mosca sul tema della libertà di stampa. Nei giorni scorsi infatti l’Alto rappresentante Ue Borrell, spiegando l’imposizione di nuove restrizioni contro i canali russi, ha ricordato che si tratta di misure per “proteggere la libertà di espressione“.

Un paradosso, secondo la portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova che ricorda il proibizionismo durante il nazismo, quando “vennero vietati i libri di 300 autori” dal Terzo Reich.

Secondo un recente rapporto dell’ong attiva nell’ambito dei diritti umani Setevye Svobody, dall’inizio della guerra almeno 1.000 giornalisti russi hanno lasciato il loro Paese, andando a costruire un vero e proprio “secondo Rutnet“, la rete internet russa, “libero dalla censura“. Un progetto costituito, al momento, da almeno 12 nuovi media russi lanciati all’estero, nono stante le difficoltà connesse a maggiori costi e opportunità di monetizzazione.

È di ieri la notizia della condanna a 8 anni di reclusione del giornalista polacco-bielorusso Andrzej Poczobut.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/MAXIM SHIPENKOV